Le dichiarazioni per ottenere gli sgravi In Trentino 37 mila euro, in Sicilia 10 mila

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MILANO — È stato bollato come «riccometro». Ma l’Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente, in realtà  è uno strumento che mette in evidenza le famiglie con difficoltà  economiche più che i nuclei agiati, perché serve per accedere a condizioni agevolate a una serie di servizi pubblici. Per darne una definizione neutra, serve a misurare la condizione economica delle famiglie, intrecciando reddito e patrimonio con le caratteristiche del nucleo familiare.
L’intento del governo, travolto dallo stop di ieri sera, era di rivederne il funzionamento e i parametri perché dietro le autocertificazioni talvolta si nascondono famiglie che in realtà  hanno la disponibilità  per pagare interamente la retta dell’asilo o quella dell’università  e che non dovrebbero accedere, ad esempio, agli sconti sulle bollette della luce o agli assegni di maternità . Per ottenere le prestazioni agevolate è necessario presentare la Dsu, cioè la Dichiarazione sostitutiva unica, all’ente che fornisce la prestazione sociale agevolata, al Comune, a un Caf (Centro di assistenza fiscale) e all’Inps. La dichiarazione può essere presentata in qualsiasi momento e vale un anno dall’attestazione della presentazione e per tutti i componenti il nucleo familiare.
La fotografia dell’Inps per il 2012 racconta di 6 milioni e mezzo di dichiarazioni, corrispondenti a quasi 17 milioni di cittadini che hanno potuto fare domanda per prestazioni agevolate. Non è detto però che tutti ne abbiano fatto richiesta, è possibile che l’autocertificazione sia stata utilizzata da un solo componente della famiglia, e quindi il totale di 17 milioni è relativo ai fruitori potenziali. La regione con il maggior numero di dichiarazioni è la Campania con 1.237.221 Dsu e quasi 3 milioni di soggetti interessati. Segue la Sicilia con quasi 800 mila dichiarazioni e 2 milioni di cittadini potenzialmente coinvolti, poi il Lazio con 701 mila Dsu e 1.693.495 cittadini. Al quinto posto, a poca distanza dalla Puglia che è al quarto, c’è la Lombardia con 570.910 dichiarazioni e 1.661.855 lombardi che possono aver fatto richiesta di sostegno. Il valore medio della dichiarazione varia da regione a regione. Si va dai 10.615 euro della Sicilia ai 37.877 euro del Trentino. In Campania la dichiarazione media è di poco più di 12 mila euro, in Lombardia di 16 mila euro. Ma se si considerano le autocertificazioni per fasce di reddito, il numero di chi dichiara zero euro arriva a 754.773 unità , pari all’11,5% del totale, con la massima concentrazione al Sud e Isole, dove le autocertificazioni da nucleo familiare nullatenente ammontano a mezzo milione. Il 16,4% delle Dsu dichiara una condizione economica che va da 5 mila a 7.500 euro, mentre quelle tra i 10 e i 15 mila euro sono il 14,7% e quelle tra 2.500 e 5 mila euro il 12,8%.
Il governo puntava a fotografare con maggiore attenzione la situazione reddituale e patrimoniale dei contribuenti, per una maggiore equità  fiscale. Attraverso, ad esempio, una stretta sui redditi immobiliari (i nuovi criteri prendevano a riferimento il valore delle case e dei terreni ai fini Imu, cioè con la rendita rivalutata del 60%). Inoltre le amministrazioni pubbliche avrebbero potuto misurare in modo più attento il patrimonio e i redditi che non rientrano nell’Irpef. Con il risultato di una maggiore tutela nella corsa all’«aiuto» per pensionati e lavoratori dipendenti. «In certi casi c’è stato un uso distorto dell’Isee e dunque è giusto adeguare questo strumento», spiega Domenico Proietti, segretario confederale della Uil con delega alle Politiche fiscali. «Lo scopo — prosegue — è individuare chi ha redditi non dichiarati. L’importante è che non succeda l’inverso e penalizzi pensionati e lavoratori dipendenti». Si deve tenere conto che ormai le risorse pubbliche sono sempre più ridotte, i trasferimenti statali agli enti locali sono drammaticamente diminuiti. Il rischio è un taglio dei servizi. Con il nuovo Isee l’obiettivo era aiutare chi ha davvero bisogno e non i «furbetti».
Francesca Basso


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