Le lacrime del web per l’orso ribelle venuto dal Trentino

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ZURIGO. È bastato colpo di fucile, alle 10.10 di ieri mattina, nei pressi del lago di Poschiavo, nel Canton Grigioni, per abbattere M13, l’orso bruno venuto dal Trentino che, in pochi mesi, era diventato popolarissimo in Svizzera. Aveva intorno ai tre anni, si era appena svegliato dal letargo e stava girovagando, forse in cerca di cibo. Due incontri ravvicinati con esseri umani – il primo con una ragazzina della zona, il secondo con due turisti bresciani – hanno spinto le autorità  cantonali ad abbatterlo. «Non c’era altra scelta: era diventato un pericolo per la popolazione», si è giustificato Mario Cavigelli, il ministro delle foreste, mentre sul web esplodeva la rabbia degli amici dell’orso trentino. «Mettetevi nei nostri panni, dovevamo scegliere tra un animale e delle persone». «Se M13 si fosse trovato in Italia, non lo avremmo mai ucciso», ha replicato Tiziana Altea della task force della Forestale impegnata nel Parco nazionale d’Abruzzo: «L’orso è un patrimonio che va difeso e tutelato, tutti dobbiamo dare il nostro contributo per salvare questa specie. È ovvio che il cittadino che si imbatte in un orso ha paura, ma il nostro ruolo è proprio questo: evitare che gli esemplari si avvicinino agli uomini e ai centri abitati».
Anche il Wwf protesta per l’abbattimento di M13, un animale niente affatto «problematico». E l’uccisione di “Emmino” ha scatenato l’indignazione dei suoi fan su Facebook, dove all’orso era stato dedicato un profilo, da ieri “macchiato” di sangue: «Addio caro M13, te ne sei andato vittima della paura ignorante», uno dei tanti messaggi.
L’orso finirà  impagliato al museo di Coira, ha annunciato, intanto, il ministro grigionese Cavigelli. Lo stesso museo che già  accoglie, anch’esso impagliato, JJ3, altro esemplare trentino che, nel 2008, rimase vittima del grilletto facile dei forestali svizzeri. Resta il fatto che M13, sabato scorso, ha mandato all’ospedale, per lo spavento, una ragazzina di 14 anni che si era ritrovata faccia a faccia con il plantigrade di oltre 100 kg. Ed è stato questo, verosimilmente, l’episodio che ha indotto le autorità  grigionesi a ritenere che l’animale andasse abbattuto. E forse ha inciso sulla scelta anche l’insofferenza di molti allevatori che non ne possono più dei predatori, lupi o orsi, che fanno strage di pecore al pascolo. «Basta orsi» recitava, per esempio, un cartello comparso, lo scorso anno, proprio in Trentino.
In Svizzera, M13 aveva ucciso trenta pecore e ferito un’asina e una mucca. L’anno scorso aveva quasi provocato il deragliamento di un treno, uscendo quasi indenne dall’impatto con il locomotore. Insomma, sembrerebbe quasi che le Alpi non siano un posto per orsi, M13 è stato ucciso da una pallottola, suo fratello, M14, in Alto Adige da un Suv. Sarà , ma il deputato federale della destra Pierre Rusconi, fervente animalista, ieri è arrivato a dire: «In questo caso mi vergogno di essere svizzero».


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