«Roma poco sicura». Lite Vendola-Alemanno

by Sergio Segio | 6 Febbraio 2013 7:20

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ROMA — Nichi Vendola non esce da solo, non di sera almeno, perché «Roma, negli anni di Alemanno, ha visto lo sdoganamento dei piccoli gruppi dediti all’igiene del mondo, e questo clima mi impone di limitare gli spazi della mia vita privata. Se mi viene voglia di fare due passi da solo, dopo il tramonto, rinuncio. Il mio compagno, canadese, vede ciò che succede da noi e non se ne capacita, questi fatti credeva appartenessero a un oscuro passato». Il sindaco Gianni Alemanno affida a Twitter la sua risposta: «Vendola offende Roma. Dall’Europride del 2011 a ogni Gay Pride la nostra città  ha sempre garantito accoglienza e rispetto per tutti».
Le cronache della Capitale in effetti raccontano una realtà  complessa, nella quale non mancano insulti e aggressioni ai gay: l’ultimo episodio è di due giorni fa, con una scritta omofoba (corredata da croce celtica) apparsa sui muri del liceo Tacito e «dedicata» al rappresentante degli studenti, sedicenne, omosessuale dichiarato. A ottobre altre scritte dello stesso genere comparvero in un liceo dell’Eur, e in estate ci sono state aggressioni (Campo de’ Fiori, Eur, San Giovanni) sempre ai danni di giovani gay. La politica, in seguito alla denuncia di Vendola su Il Fatto Quotidiano e alla reazione del sindaco della Capitale, si divide. In molti, nel centrosinistra, esprimono solidarietà  al leader di Sel. Nel centrodestra, invece, Vendola è bersaglio di attacchi. Il candidato Pdl alla presidenza del Lazio, Francesco Storace (La Destra): «Se pensasse di più ai dintorni di casa sua sarebbe meglio. Purtroppo i problemi di sicurezza li hanno tutte le metropoli, a Bari non è che si viva tanto bene». Il deputato Giancarlo Lehner: «Vendola piagnucola. Se avesse studiato un po’ saprebbe che, quando i pugliesi non erano ancora arrivati alla civiltà  delle orecchiette alle cime di rapa, noi a Roma eravamo già  recchioni militanti». Il coordinatore della campagna elettorale del candidato al Lazio Nicola Zingaretti, Massimiliano Smeriglio (Sel): «Pochi giorni fa gli insulti in Internet a Vendola, oggi le scritte omofobe contro uno studente. Una vergogna per la Capitale d’Italia, Alemanno dovrebbe riflettere». E proprio Nicola Zingaretti promette «per il Lazio un vasto piano contro l’omofobia, a partire dalle scuole». Uno dei candidati al Campidoglio, Alfio Marchini, vicino all’Udc, annuncia: «Domani sarò al Circolo Mario Mieli perché credo profondamente in questa regola semplice ma assai compromettente: “Ama e fa’ ciò che vuoi”. L’ha detto un rivoluzionario… Sant’Agostino». Il giornalista tv e candidato alla Camera per Rivoluzione civile, Sandro Ruotolo: «Vergognoso che nella culla della civiltà  un omosessuale debba aver paura a circolare di notte. CasaPound con la sua cultura fascista ha inquinato il clima di Roma». Un altro giornalista Rai, Fidel Mbanga Bauna, oggi candidato con Storace, si rivolge così a Vendola: «Voi siete gay ma io sono negro, e a Roma giro sicuro». CasaPound, organizzazione di estrema destra, definisce quella di Vendola «una squallida trovata elettorale». E mentre la politica litiga, il padre dello studente del liceo Tacito annuncia un «esposto cautelativo». La preside dell’istituto è convinta che gli autori della scritta omofoba siano estranei alla scuola: «Basta leggere i muri di Roma, il clima è pesante. Del resto, aggressioni politiche ci sono già  state, al Giulio Cesare, al Manara, al Tasso…».

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