Nuovo redditometro, ritorno al passato su scontrini e spese

by Sergio Segio | 18 Febbraio 2013 7:52

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MILANO — Nuovo giro, nuove regole. Come su una giostra, si cambia ancora. Nel mondo dei professionisti tecnici ne sono certi: l’Agenzia delle Entrate ha deciso di adottare una forma di redditometro «depotenziato» più vicino a quello precedente e già  noto. Ma prima di capire quali siano le aree modificate dall’Agenzia, meglio riepilogare i termini della questione.
Esame del reddito
Attraverso il «nuovo» accertamento sintetico, l’intero reddito delle persone fisiche viene determinato sulla base di tre elementi: 1) le spese sostenute dai contribuenti in base ai dati che risultano dall’Anagrafe tributaria (fatture e movimenti di denaro elettronico); 2) gli investimenti patrimoniali come l’acquisto di auto, immobili o azioni; 3) le spese medie Istat imputate in base alla zona geografica di residenza del contribuente e del suo nucleo familiare. Il primo punto rimane tale e quale. Sulle spese che risultano dalle banche dati del Fisco, salvo la presenza di errori materiali, c’è poco da dire: se un contribuente ha speso 60.000 euro per un viaggio di un mese con l’intera famiglia (composta magari da 5 persone) nelle isole Svalbard al largo della Norvegia (tra i posti più costosi del mondo), dovrà  dimostrare in che modo ha reperito le risorse finanziarie a tal fine, ove ci sia una discordanza con la dichiarazione dei redditi. Per gli investimenti patrimoniali, il decreto dice che verranno vagliati per intero nell’anno del sostenimento al netto, però, dei disinvestimenti dei quattro anni precedenti e del mutuo ottenuto: in sostanza, se nell’anno 2010 ho ceduto un immobile per 100 mila euro e nell’anno 2011 ho acquistato senza mutuo un altro immobile per 200 mila euro, dovrò spiegare da dove arrivano gli altri 100 mila, quindi toccherà  a me dimostrare che il denaro mi è stato elargito da familiari, o che è frutto dei risparmi accantonati nei pregressi anni. L’indicazione dell’Agenzia delle Entrate in tal senso sarà  quella di un «ritorno al passato»: la spesa sarà  quindi divisa in parti uguali per i cinque anni. In pratica gli investimenti saranno attribuiti su cinque periodi (quello accertato e i quattro precedenti): nel nostro caso, per l’immobile acquistato nel 2011 mi sarà  imputato un reddito di 20.000 euro (1/5 di 100.000).
Le medie Istat
Ma il vero nodo della questione è un altro: le spese medie Istat, che tanto hanno preoccupato i contribuenti italiani. Le spese medie Istat, a quanto pare, «entreranno» in gioco solo nel contraddittorio, Equitalia valuterà  (ai fini del redditometro) solo le spese medie Istat per vivere e mangiare. Ciò significa che si abbandona l’idea originaria dello studio di settore per famiglie, non sarà  necessario nessun bilancio di famiglia né creare un maxi archivio fai da te dove conservare tutti gli scontrini e le ricevute fiscali. Dunque finiranno sotto la lente del Fisco i contribuenti che effettueranno spese eclatanti e poco in linea rispetto alla dichiarazione dei redditi o ai parametri dello spesometro. Il contraddittorio si svolge sempre prima dell’avviso dell’accertamento e quindi, eventualmente, è solo in quella sede che gli ispettori del Fisco potranno chiedere chiarimenti anche su altre spese. Dunque solo nel contraddittorio il Fisco sarà  in grado di appurare quali spese medie Istat possono, con sufficiente ragionevolezza, essere imputate al contribuente.
Buon senso
«Siamo lieti di notare — afferma Alfio Cissello di Eutekne.info — che si confermerebbe un’indicazione che noi suggeriamo da tempo: è indispensabile l’imputazione “calibrata” e non automatica delle spese per vestiario e per alimenti. Si ribadisce che a una persona anziana di 90 anni che non ha mai acquistato un vestito negli ultimi 10 anni non possa in pratica essere attribuito alcunché, mentre a conclusioni diverse si dovrà  pervenire per un pensionato magari di 60 anni, che mostra un certo interesse per l’abbigliamento. Come farà  il Fisco a “calibrare” le spese da imputare a ciascun contribuente, ovvero a decidere quali e quante spese imputare? Non è possibile dirlo a priori, sta al buon senso del funzionario». Un aspetto è evidente: l’imputazione dei dati Istat mai potrà  essere automatica e mai potrà  essere una presunzione legale relativa. Ultima annotazione riguarda i risparmi: non verranno tenuti in considerazione dal nuovo redditometro e questo perché l’Agenzia non dispone dei dati sui periodi d’imposta 2009 e 2010. Quindi si potrà  sapere quanti conti correnti sono intestati a un contribuente «sospettato» di avere un tenore di vita troppo alto rispetto a quanto dichiara, ma non quanto denaro aveva in banca in quei due anni. In caso di forti sospetti gli ispettori potranno chiedere chiarimenti a chi mostra incongruenze. Quando si passerà  agli accertamenti del 2011 gli uomini del Fisco potranno avere informazioni più dettagliate sui conti in banca. Questo almeno fino al prossimo giro di giostra.
Isidoro Trovato

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