Pioggia di meteoriti sulla Russia boati, pietre di fuoco e terrore mille feriti tra la gente in fuga

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MOSCA. IL CIELO sulla Russia ha cominciato a sbriciolarsi alle nove e venti del mattino, quattro e venti in Italia.
SI SONO visti piccoli globi di luce allargarsi sempre più fino a illuminare cortili, laghi e foreste che, a quell’ora alle pendici degli Urali, sono ancora semibui. Il tutto in un silenzio irreale mentre stormi di uccelli si alzavano in volo per fuggire lontano. E mentre cani e gatti di casa terrorizzati cominciavano frenetiche danze inconsulte sul pavimento. Prima di sentire il boato delle esplosioni, avvenute a più di 50 mila metri d’altezza, ci sono voluti quasi sei minuti. Un boato spaventoso che ha fatto scoppiare vetri e finestre nel giro di decine di chilometri. Poi, proprio come in certe antiche illustrazioni dell’Apocalisse, la pioggia di pietre roventi che si è abbattuta su tutto e tutti: bambini che giocavano nel cortile della scuola, operai della premiata fabbrica di trattori, impiegati raggiunti nei loro uffici da schegge di fuoco passate attraverso il soffitto. Più di mille sono i feriti, tra ustionati e colpiti dalle macerie impazzite. Almeno duecento sono piccoli alunni delle scuole elementari. Due adulti sono in gravissime condizioni e ricoverati in rianimazione.
La città  più colpita si chiama Celjabinsk, più di un milione di abitanti sulla costa orientale degli Urali, al centro della carta geografica del Paese più grande del mondo. Ma la più copiosa e letale caduta di meteoriti degli ultimi cento anni ha coperto una zona vastissima di quasi un migliaio di chilometri dalla più settentrionale Ekaterinenburg fino ai villaggi di frontiera del lontano Kazakhstan. Un bilancio ancora tutto da definire, visto la lentezza e la macchinosità  della macchina dei soccorsi colta totalmente di sorpresa. “E’ gravissimo che nessuno abbia potuto prevedere un fenomeno del genere” ha ammesso lo stesso presidente Vladimir Putin dopo aver tirato un sospiro di sollievo per la strage scongiurata per caso.
Agli esperti, un po’ frustrati, della Roscosmos, la Nasa russa, non è rimasto che ricostruire il fenomeno a cose fatte, mentre le vittime venivano ricoverate e mentre montava il panico inevitabile con migliaia di domande angosciose ai centralini pubblici: «Cosa è successo? », «Perché?», «Siamo ancora in pericolo?». Si è saputo così che un meteorite di circa 20-30 tonnellate è entrato nell’atmosfera alla velocità  di 20 chilometri al secondo, esplodendo almeno nove volte in volo, e frammentandosi in un numero infinito di pezzi. Il più grande di questi dovrebbe essere quello caduto per fortuna nella zona disabitata del lago di Cebarkul dove ha provocato un foro
nel ghiaccio di oltre sei metri di diametro. Le speciali squadre dell’esercito, arrivate faticosamente sul posto, escludono che il materiale venuto dallo spazio sia radioattivo. Così almeno recita un perentorio bollettino trasmesso ossessivamente sulle radio e le tv locali. E c’è da augurarselo visto che qualcuno ha già  messo in vendita i sassi spaziali raccolti per strada a 20 euro il pezzo.
Il meteorite non avrebbe, secondo gli scienziati, alcuna attinenza con l’asteroide che ieri notte ha sfiorato la Terra passando a solo 28mila chilometri dal Pianeta. Una coincidenza, dicono, che probabilmente non avrebbe fatto molto clamore se non avesse investito dei centri abitati. La zona degli Urali e le sterminate pianure della Siberia, sono singolarmente un bersaglio abituale delle meteoriti. E non c’è alcuna spiegazione scientifica. Solo teorie che a volte sconfinano nella fantasia e nel mito: dall’attrazione magnetica dei vasti giacimenti di metalli della zona, fino alla presenza di non meglio definite entità  extraterrestri.
A Celjabinsk e dintorni tutto questo, per il momento, conta poco. Ci sono i feriti da curare ma soprattutto i gravi danni da riparare. Nella sola città  ci sono duecentomila
metri quadri di vetri da rimettere a posto al più presto visto che la temperatura in questi giorni arriva anche a venti gradi sotto zero. Così come c’è da ispezionare, collaudare e riaprire al più presto gli impianti per lavorazione dello zinco e altre industrie che sono l’anima dell’economia della città .
Ma quello che pesa di più è la sensazione di impotenza davanti a un evento che forse si poteva prevedere. Un po’ per orgoglio e un po’ per tranquillizzare la gente, un ufficiale si è inventato che il meteorite era stato avvistato in tempo e distrutto intenzionalmente con un missile a salve. Una balla pietosa smentita nel giro di un’ora. E mentre una vignetta di SuperPutin a cavallo del meteorite impazza sul web, la palma della trovata più tragicomica va al leader liberaldemocratico Vladimir Zhirinovskij: «Macchè meteorite. È stata una provocazione militare dei soliti americani».


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