Precari, i contributi previdenziali ora salgono al 20%

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ROMA — Aumentano i contributi a carico dei lavoratori iscritti alla gestione separata, il fondo pensionistico creato nel 1995 con la riforma Dini per assicurare una tutela previdenziale ad alcune categorie fino ad allora escluse, come i professionisti che non hanno una loro cassa, i free lance o gli «assegnisti» di ricerca.
Una circolare dell’Inps stabilisce che nel 2013 passa dal 18% al 20% l’aliquota per chi è iscritto alla gestione separata ma è anche assicurato con altre forme previdenziali obbligatorie oppure è già  pensionato. Resta invece ferma al 27,72%, come già  da cinque anni, l’aliquota per chi ha nella gestione separata l’unica tutela previdenziale. Aggiornato anche il cosiddetto minimale di reddito, il guadagno presunto utilizzato per calcolare i contributi. Per il 2013 la soglia è stata fissata a 15.357 euro, quasi il 3% in più rispetto all’anno scorso. Questo vuol dire che il minimo dei contributi sarà  pari a 3 mila euro per chi deve applicare l’aliquota del 20% e a 4 mila per chi invece deve usare quella del 27%. Un’altra novità  riguarda i contributi per i lavoratori domestici.
Anche nel loro caso, i contributi Inps per i contratti a termine saranno più alti di quelli per i contratti a tempo indeterminato: il minimo sarà  rispettivamente di 1,37 e di 1,47 euro. La modifica è prevista dalla stessa circolare dell’Inps che ha chiarito definitivamente come, solo per i lavoratori domestici, non si debba pagare il contributo di licenziamento dovuto invece per tutti gli altri lavoratori e introdotto con la riforma Fornero. Una tassa che avrebbe pesato su chi ha una colf, una tata o una badante. Tantissime persone se si pensa che in Italia ci sono 2,3 milioni di anziani non autosufficienti. Il calcolo arriva dallo Spi, il sindacato pensionati della Cgil che proprio ieri ha chiesto una legge per tutelarli.


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