Un Partito con troppi compagni Le purghe (riformiste) di Xi
Ora annuncia che bisogna fare pulizia (o epurazione) anche tra coloro che non hanno le qualità per chiamarsi comunisti. Il Partito ha 83 milioni di iscritti ed è evidente che non tutti hanno chiesto la tessera per servire il popolo, ma per ottenere protezioni e fare affari. In queste settimane i giornali danno grande risalto ai casi di funzionari corrotti scoperti grazie alla denuncia di cittadini. Ormai la campagna è diventata un test di credibilità per il segretario generale Xi. Se non va fino in fondo rischia di perdere la credibilità . Ma il successo, dicono gli analisti cinesi, potrebbe destabilizzare il partito. Non sarà facile, sfoltire i ranghi potrebbe aprire una nuova stagione di vendette. Epurare i «membri non qualificati», già definiti «corrotti e degenerati» nei comunicati, potrebbe portare a purghe di massa. Li Junru, ex vicepresidente della Scuola centrale del partito, ha detto che la riduzione dei ranghi degli iscritti era già stata prospettata cinque anni fa, quando i membri erano 70 milioni e si pensava di tagliarne 10. «Ma non riuscimmo a decidere i criteri di qualificazione». Così nel dibattito sta circolando un’altra proposta: cominciare a fare pulizia dal Comitato centrale, perché «molti dirigenti parlano bene in pubblico, ma vivono con uno stile decadente». Xi Jinping ha lanciato il sasso nello stagno, ma, come dicono i cinesi: «Un solo sasso fa molte onde».
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