Usa, contestato l’«architetto dei droni»

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NEW YORK — Gli attacchi coi droni contro i terroristi, l’eliminazione di individui che rappresentano una minaccia immediata per gli Usa, è una dolorosa necessità  alla quale si ricorre «non con l’obiettivo di punire questi soggetti per le loro passate attività , ma per prevenire altri attacchi e salvare, in questo modo, vite umane». Nessuna difesa, invece, dell’uso della tortura – tecniche come il waterboarding – nell’interrogatorio dei terroristi catturati: «Avevo le mie riserve e le ho sempre illustrate a chi di dovere. Se diventerò capo della Cia le cose cambieranno».
In un’audizione tesissima, molto serrata, ieri davanti al Congresso, John Brennan, l’uomo che ha avuto più potere al mondo nella lotta al terrorismo negli ultimi 20 anni (definizione di un alto funzionario del dipartimento di Stato), ha tratteggiato così la linea che intende seguire sulle questioni più controverse se verrà  ratificata la sua nomina a capo della Central Intelligence Agency.
Brennan ha appena cominciato a parlare davanti alla Commissione servizi segreti del Senato quando una donna tra il pubblico si alza urlando proteste e agitando un cartello con la scritta «Brennan=Drone Killing». Viene trascinata fuori dalle guardie del Congresso. Poi alcuni tra il pubblico alzano le braccia e mostrano mani sporche di vernice rossa come il sangue, una donna agita un pupazzo di pezza con le fattezze di un neonato e inveisce contro Brennan per gli attacchi dei droni che, tentando di eliminare terroristi in Yemen e Somalia, hanno ucciso anche diversi bambini.
A quel punto la senatrice Dianne Feinstein, che presiede questo hearing, fa sgombrare l’aula e il confronto col consigliere antiterrorismo di Barack Obama che il presidente ha scelto come successore di David Petraeus alla guida della Cia può iniziare. Brennan giustifica l’uso dei droni spiegando che si interviene solo in casi estremi sulla base delle analisi coordinate delle varie agenzie federali responsabili per la sicurezza. Sull’uso del waterboarding e altre tecniche di tortura da parte della Cia, Brennan afferma, invece, di aver sempre avuto forti perplessità  sui metodi della Central Intelligence Agency e di averle illustrate agli altri capi dell’agenzia, per la quale ha lavorato per 25 anni, prima di andare a lavorare alla Casa Bianca. Alcuni senatori gli contestano interviste comparse sulla stampa nelle quali alcuni suoi colleghi affermano di non aver mai sentito queste sue critiche, ma Brennan li smentisce seccamente.
Come previsto il processo di ratifica parlamentare della nomina di Brennan è diventato anche l’occasione per discutere per la prima volta pubblicamente e ufficialmente di questioni relative alla sicurezza degli Stati Uniti cruciali quanto sconcertanti: dal ricorso al waterboarding all’uso degli aerei-robot per eliminare senza processo individui — anche cittadini americani — affiliati ad Al Qaeda e considerati una minaccia immediata agli Stati Uniti. Questioni fin qui poco discusse, anche perché coperte in gran parte dal segreto di Stato, ma che ora agitano sempre di più le coscienze degli americani, anche per le polemiche suscitate da film come Zero Dark Thirty sull’uso di metodi di tortura e per il moltiplicarsi dei racconti sul gran numero di attacchi lanciati dal cielo contro presunti terroristi.
Brennan, l’uomo che, prima come alto dirigente della Cia, poi come direttore del Centro nazionale antiterrorismo sotto la presidenza Bush dopo l’attacco dell’11 settembre, infine come braccio destro di Obama su questi temi, è sicuramente l’uomo che negli ultimi anni ha avuto più voce in capitolo su queste spinose materie. È toccato così a lui spiegare — più ancora che ai repubblicani ai senatori della sinistra allarmati dai 360 attacchi dei droni dell’era Obama, rispetto ai 50 degli anni della presidenza Bush — la difficoltà  di proteggere l’America fronteggiando la minaccia terrorista con gli strumenti che si usano in uno stato di guerra, mantenendo al tempo stesso un profilo di rispetto delle legalità . Una discussione difficile e penosa che di certo durerà  a lungo, coi senatori che ieri hanno potuto leggere le analisi giuridiche segrete del ministero della Giustizia sulla base delle quali Obama ha autorizzato gli attacchi dal cielo.


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