by Sergio Segio | 18 Marzo 2013 9:15
Si chiude, con venti minuti di colloquio tesissimo, tre righe di comunicato ufficiale e uno sfogo aperto su Facebook il rapporto mai facile tra le due personalità forti della giunta milanese.
Nessuna spiegazione, da parte del sindaco, sui motivi che l’hanno portato al licenziamento, nonostante l’appello che ieri pomeriggio gli hanno rivolto nomi forti della cultura. «È finito il rapporto fiduciario tra l’assessore Boeri e il resto della giunta», è la formula standard che negli ultimi giorni esce da Palazzo Marino. Nel faccia a faccia tra i due, ieri sera, il sindaco avrebbe contestato a Boeri errori nella gestione della sua attività e scarsa attenzione ad alcuni settori della cultura, ma già venerdì — in giunta, davanti a tutti gli altri assessori — l’aveva attaccato per il costo di due mostre, giudicato eccessivo. La replica di Boeri è tutta contenuta nel post pubblicato mezz’ora dopo la fine dell’incontro: «Sono amareggiato per una decisione che non mi è stata motivata, che mi è davvero difficile interpretare e che rischia di compromettere importanti progetti per il futuro della città . La cultura per Milano non è un lusso, ma una risorsa fondamentale».
A novembre 2011 i contrasti tra i due erano rientrati solo dopo le scuse pubbliche dell’assessore per dichiarazioni giudicate dal sindaco fuori luogo, e comunque avevano già comportato la perdita della delega su Expo. Ieri, sembra, non è stata neanche tentata una ricomposizione, ma c’è stata solo la comunicazione di una decisione presa. Oggi il sindaco ufficializzerà la partenza della “fase 2” della sua giunta: entrano Francesca Balzani, europarlamentare del Pd, assessore al Bilancio al posto di Bruno Tabacci, e ai Lavori pubblici Carmela Rozza, capogruppo in consiglio comunale dello stesso partito. Al posto di Boeri Pisapia ha già scelto, annunciandolo ieri, Filippo Del Corno, musicista e presidente della Fondazione Scuole civiche, anche lui del Pd. Sabato mattina i vertici locali dei Democratici hanno incontrato il sindaco: con lui hanno condiviso i nuovi nomi, lasciando sostanzialmente Boeri al suo destino.
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