Banche riaperte a Cipro Code, ma niente caos

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Ma i depositi dei loro clienti — in tutto 68 miliardi di euro — sono stati congelati: prelievi in contanti limitati a 300 euro al giorno; assegni, bloccati; vietati i trasferimenti di valuta all’estero per via digitale, annunci di severi controlli all’aeroporto perché d’ora in poi nessuno potrà  uscire dal Paese con più mille euro in tasca, o in valigia. È la prima volta che misure simili vengono prese in uno Stato dell’Eurozona: costituiscono un’eccezione al principio del libero movimento dei capitali, ha ammesso la Commissione Europea, e perciò «devono essere interpretate assai strettamente, e non essere discriminatorie ma adeguate, proporzionate e applicate per il tempo più breve possibile».
La stangata è stata accolta con apparente ragionevolezza, o rassegnazione: code limitate agli sportelli, niente proteste di piazza; così anche le Borse d’Europa non si sono agitate più di tanto, e anche l’euro ha «tenuto». A Nicosia si voleva e si vuole naturalmente evitare la fuga di capitali, dopo i prelievi forzosi imposti dall’Eurozona sui depositi bancari al di sopra dei 100 mila euro. Questo rigore durerà  circa un mese, annuncia il governo. Ma solo l’altro ieri, era stato annunciato che sarebbe durato una settimana o due al massimo. E poi già  2,7 miliardi, secondo varie fonti, sarebbero stati trasferiti all’estero solo dall’inizio dell’anno: o forse 5 miliardi, secondo altre fonti meno impastoiate dall’ufficialità . Poiché niente, come appunto l’incertezza, può minare la stabilità  e la pace sociale di un Paese.
Intanto la Banca centrale europea ha ricominciato a inviare a Nicosia la liquidità  d’emergenza, che era stata interrotta: 5 miliardi in poche ore sono arrivati da Francoforte.
La Laiki, seconda banca del Paese ieri rimasta ancora chiusa, sarà  smantellata, e i suoi depositi trasferiti alla Bank of Cyprus (che dovrebbe riaprire oggi). I suoi depositi oltre i 100 mila euro potrebbero subire prelievi fino all’80% del loro valore.
Per ora, si procede a vista. La giornata di ieri si è aperta con guardie armate e qualche mezzo blindato intorno alle banche. E con quell’avviso del governo, appiccicato ai vetri delle agenzie. La lista, ad uso dei correntisti, delle cose proibite, e delle poche consentite.
Nell’ordine: prelievi in contanti, massimo 300 euro al giorno; transazioni con carte di credito, tetto di 5000 euro al mese; assegni, tutti bloccati a meno che non siano stati rilasciati da banche straniere. Trasferimenti di denaro non in contanti: proibiti. Sono ancora ammessi i pagamenti per transazioni commerciali al di sotto dei 5 mila euro. Diversamente, dai 5001 ai 200 mila euro, è necessaria l’autorizzazione della banca centrale; i pagamenti degli stipendi di un’azienda, anche sopra un totale di 200 mila euro, avranno il via libera purché supportati da carte e timbri. Mentre una famiglia che abbia un figlio studente all’estero potrà  inviargli un massimo di 5000 euro al trimestre: in tempi di crisi, anche i presunti «bamboccioni» devono sacrificarsi.
Luigi Offeddu


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