Corsa contro il tempo A Cipro slitta il voto sui prelievi bancari

by Sergio Segio | 18 Marzo 2013 8:59

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Dibattito in Parlamento rinviato, consultazioni notturne tra partiti, il discorso del presidente alla nazione, accuse incrociate di tradimento e banche chiuse fino a mercoledì. Una corsa contro il tempo per evitare la deriva di Cipro e prevenire l’effetto domino sui mercati in allarme. Fino all’ultimo la Banca centrale europea ha fatto pressione perché il Parlamento di Nicosia si riunisse ieri pomeriggio, come previsto, per il dibattito d’urgenza sul doloroso pacchetto di salvataggio concordato con l’Eurogruppo.
Fatti i conti, è apparso subito chiaro che l’Unione Democratica del neopresidente Nikos Anastasiades, considerato l’alleato rigorista di Angela Merkel nel Mediterraneo, non sarebbe riuscita a mettere insieme la maggioranza necessaria per l’approvazione delle misure richieste, prima fra tutte il prelievo forzoso sui conti correnti bancari che ha scatenato il panico sull’isola e frantumato la compagine politica. La sessione è stata rimandata a oggi.
Nella notte tra venerdì e sabato i ministri delle Finanze dell’eurozona e il Fondo monetario internazionale avevano dato un via libera di principio ad aiuti «fino a 10 miliardi di euro». In cambio, Nicosia accettava il piano che prevede un’imposta una tantum del 6,75% per i depositi bancari sotto i 100 mila euro e una tassa del 9,9% per i depositi superiori a quella soglia, oltre a una ritenuta alla fonte sugli interessi. Una manovra caldeggiata soprattutto da Germania e Francia, anche alla luce dei sospetti di riciclaggio per gli ingenti capitali russi depositati nelle banche cipriote.
Sull’isola è assalto gli sportelli. Nell’ultima settimana centinaia di titolari di conti correnti hanno esportato capitali per 4,5 miliardi; dall’inizio dell’anno sono stati trasferiti 20 miliardi. Spostamenti nei quali, denuncia la stampa, sarebbero coinvolti anche esponenti del governo. Per evitare ulteriori fughe di capitali, la Banca centrale di Cipro ha dato disposizione a tutti gli istituti di credito di bloccare i pagamenti e qualsiasi forma di trasferimento di denaro. Banche chiuse fino a domani. Anastasiades, accusato dall’opposizione di sinistra di aver tradito gli elettori, fa appello al Parlamento affinché approvi il piano e promette modifiche per tutelare con meccanismi di compensazione i piccoli risparmiatori. «Respingendo l’accordo saremmo espulsi dall’eurozona. Bisogna combattere».
Maria Serena Natale

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