Dai crediti-imprese al rinvio della Tares pronti i decreti per frenare la recessione

Loading

In lista d’attesa anche la proroga della nuova tariffa sui rifiuti Tares che dovrebbe scattare da luglio e della quale da più parti si chiede il rinvio al prossimo anno, oltre al salvataggio di altri 10 mila lavoratori esodati rimasti senza pensione e senza lavoro dopo la riforma Fornero, un provvedimento che arriverebbe in applicazione della legge di stabilità  del 2013. Il timing istituzionale prevede di fatto una proroga del governo Monti e si basa sull’ “architettura” creata dai presidenti delle Camere Boldrini e Grasso. Ad accogliere i provvedimenti del governo in Parlamento ci saranno infatti due commissioni speciali: quella della Camera presieduta dal leghista Giorgetti (il vice è Pier
Paolo Baretta del Pd) alla quale ha fatto esplicito riferimento il Capo dello Stato nel suo intervento e che è composta da 40 deputati, e quella del Senato della quale fanno parte 27 parlamentari. I provvedimenti arriveranno con tutta probabilità  alla Camera: martedì subito dopo Pasqua la Commissione speciale ha in calendario l’approvazione della risoluzione che aggiorna il Def documento di economia e finanza, cioè, i saldi di contabilità  pubblica di quest’anno. La
modifica, che porterà  il rapporto tra deficit e Pil al 2,9 per cento, farà  spazio per maggiori spese. In particolare lo 0,5 per cento del Pil sarà  destinato all’operazione che apre la strada al pagamento dei crediti vantati dalle imprese. Sarà  questo uno dei provvedimenti centrali dell’intero pacchetto: le imprese, come è noto, vantano crediti per 70 miliardi da parte dello Stato (anche se
Bankitalia nei giorni scorsi ha calcolato che i crediti complessivi valgono addirittura 90 miliardi). Il governo Monti nei giorni scorsi ha avviato la procedura di sblocco dei pagamenti con l’invio al Parlamento della relazione di aggiornamento al Def: si tratterà  di 20 miliardi per il 2013 e di altrettanti per l’anno prossimo.
Molti dei debiti della pubblica
amministrazione sono in capo ai Comuni che tuttavia, anche nel caso avessero risorse a disposizione non possono pagare perché rischiano di incappare nei limiti alle spese posti dal cosiddetto patto di stabilità  interno per questo motivo uno dei provvedimenti cui sta lavorano il governo e che dovrebbe essere varato la prossima settimana, riguarda proprio l’allentamento
dei vincoli imposti ai Comuni. L’altro asso nella manica del governo Monti in prorogatio è quello dei fondi strutturali partita giocata durante l’ultimo anno con particolare destrezza dal ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Come è noto i fondi europei destinati ai Paesi membri devono essere cofinanziati: da quest’anno il cofinanziamento non è più il classico
uno a uno ma per un euro erogato dall’Europa è sufficiente che l’Italia metta sul piatto 75 centesimi: 3 miliardi sono già  stati varati e ora si è a caccia di altri 3,5 miliardi che permetterebbero investimenti per 6-8 miliardi. Infine il provvedimento che riguarda la Tares, la nuova tassa sui rifiuti. Come è noto tra giugno e luglio si profila una stangata fiscale senza precedenti: in calendario
ci sono anche la prima rata dell’Imu, l’acconto dell’Irpef e l’aumento dell’Iva dal 21 al 22 per cento, un ingorgo fiscale che è stato oggetto delle critiche di Cgil Cisl e Uil. In particolare contro la Tares si sono espressi i parlamentati del Pd che hanno chiesto un rinvio al prossimo anno in attesa di una modifica della struttura del nuovo balzello. Priorità  del governo sarà  quella di prorogare l’avvio della Tares
almeno al prossimo anno.


Related Articles

Piano Sud e infrastrutture Nove miliardi dal Cipe

Loading

 ROMA— Via libera del governo a 9 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, 7,4 dei quali destinati al Mezzogiorno. Con i fondi stanziati ieri dal Cipe, si darà  attuazione a 134 progetti, che dovrebbero movimentare oltre 30 miliardi di investimenti complessivi.

Ora Angela è disposta a trattare “Non possiamo permetterci di presentare l’Europa divisa”

Loading

Più chance per il piano Monti: meno vincoli agli investimenti Merkel: “Attenzione però a rafforzare solo la domanda” Sponda di Hollande al premier italiano 

Crisi bancarie, una tira l’altra

Loading

Bad Bank . Dopo la Popolare di Vicenza, anche la ricapitalizzazione di Veneto Banca avrà come effetto collaterale l’azzeramento dei titoli di 90mila azionisti, con nuove perdite miliardarie

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment