Grillo boccia tutto: fedeli alla nostra rivoluzione
ROMA — «Il nostro candidato premier? Un’altissima personalità , di specchiata moralità . Che ne dite di Papa Francesco?». Il capogruppo Roberta Lombardi, di ritorno alla Camera dopo l’incontro al Colle, alza l’asticella. Scherza, ovviamente. Ma che i requisiti richiesti dal Movimento a 5 Stelle per un ipotetico governo siano diventati più stringenti lo si capisce nel pomeriggio. Mentre la delegazione composta da Lombardi e Vito Crimi è a colloquio con il capo dello Stato, Beppe Grillo interviene per smentire di avere mai avallato un governo con «pseudotecnici». Via tutti i nomi «compromessi» con il sistema dei partiti. E così la delegazione ripete a Napolitano la linea del capo politico: «No a governi politici o pseudotecnici. Ci dia l’incarico e faremo un nome».
Grillo non è andato al Quirinale. E la sua assenza, non annunciata, ha provocato irritazione e un mezzo incidente istituzionale. Per questo, in mattinata, è costretto a una telefonata di scuse al capo dello Stato, travestita da telefonata di «cortesia». La via maestra del Movimento è quella di un Parlamento legiferante senza governo. In alternativa, un governo a 5 Stelle con premier super partes. La Lombardi spiega: «Il Presidente ci ha spiegato che la situazione è molto difficile e ci ha dipinto i vari scenari. Se ci chiede un nome, entro 48 ore lo decidiamo in assemblea. La rete? Vediamo se c’è tempo». La questione dei nomi per i 5 Stelle — che hanno fatto sapere, attraverso un post di Crimi su Facebook, che Napolitano ha escluso l’eventualità di un governo tecnico: «l’unico governo che può essere formato non può essere altro che un governo politico» — non è irrilevante. Come tutte le decisioni importanti andrebbe presa dall’assemblea e ratificata dalla rete. Ma in realtà una lista di nomi c’è già ed è stata elaborata dai vertici. Nomi diversi da quelli degli ultimi giorni. «Pseudo tecnici», appunto, nell’accezione della Lombardi. Roberto Fico esclude Stefano Rodotà : «È stato parlamentare di sinistra». Massimo Artini esclude Saccomanni e Rodotà ma anche Zagrebelsky: «Non ha l’età ».
Le discussioni democratiche devono fare i conti con le incursioni verbali del capo. Che in collegamento con «La cosa», il canale web a 5 Stelle, monologa con la consueta irruenza. Attaccando i vecchi politici: «Non hanno scampo. Ci fosse stato uno che ha detto: ho sbagliato, vi chiedo scusa. Non sono neanche uomini. Ma se ci daranno l’opportunità , faremo una squadra di governo, vedrete che persone metteremo». Chi parla di governo tecnico, anzi «pseudo tecnico», «è da psichiatria». La «rivoluzione francese senza ghigliottina» non ammette deviazioni: «Sono contento che il Movimento è fedele al programma. Le persone che si dicono deluse hanno sbagliato voto». Sul web c’è una pioggia di critiche (Salvatore, per esempio, attacca: «Beppe ma ti rendi conto che la campagna elettorale è finita e bisogna agire»), ma per lui sono «troll». Grillo spiega poi che «un governo c’è» e quanto alla legge elettorale, «si può andare in Parlamento e con un solo voto abolire il Porcellum e tornare alla precedente».
Poi il capitolo giornalisti. Spiega Grillo che sono «terrorizzati» e se la prende con un cronista d’agenzia (Italpress), che ha avuto l’ardire di fare una domanda, «spiegando che ha qualche problema neurologico». E aggiungendo: «È un povero ragazzo che per sopravvivere si fa pagare 10 euro a pezzo». Pronte le repliche della Federazione Nazionale della Stampa e di Enzo Jacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti: «Grillo è davvero diventato un problema psichiatrico, speriamo reversibile!». Il disprezzo di Grillo verso i giornalisti forse si spiega con la frase successiva: «Sono qui con la polizia perché pubblicano il mio indirizzo mettendo a repentaglio la sicurezza della mia famiglia e dei miei figli». Minacce? Grillo non lo dice, ma la tensione è alta.
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