Hollande in caduta sceglie la tv

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PARIGI. Un’ora per rassicurare e per cercare di frenare il crollo di popolarità , fermato un attimo a gennaio solo grazie all’intervento in Mali. Un’intervista quasi tutta chiusa nell’universo francese, con solo qualche minuto dedicato all’Europa, ieri su France 2, dove Franà§ois Hollande ha ammesso una «tensione amichevole» con la Germania perché, con l’appoggio dei paesi in crisi, la Francia non vuole che «l’Europa sia una casa di correzione», che favorisce i populismi: «Basta vedere cosa è successo in Italia». In Francia, resta l’obiettivo di «invertire la curva della disoccupazione», a fine anno. Alle imprese ha promesso «uno choc di semplificazione» delle procedure, mentre lo stato risparmierà  almeno 2 miliardi. Bocciato dal Consiglio costituzionale sulla tassa simbolica del 75% sui guadagni superiori al milione di euro, Hollande ha trovato una via d’uscita: saranno le imprese a pagare la tassa del 75% sui superstipendi.
Ad attendere Hollande sotto le finestre della sede di France Télévision c’era un presidio degli oppositori al matrimonio per tutti – concerto di casseruole, presenza imponente della polizia – che hanno l’intenzione di ottenere delle concessioni (puntano al ritiro puro e semplice della legge) dopo la grossa manifestazione di domenica scorsa. La protesta si radicalizza, il fronte si è persino spaccato, perché l’ala di destra estrema «Primavera francese» vuole arrivare allo scontro frontale con il governo. Hollande gioca grosso su questo fronte, anche al di là  del mantenimento – o meno – della promessa elettorale di estendere agli omosessuali il diritto al matrimonio. Hollande aveva promesso di riportare la calma nella società  francese, dopo i cinque anni di agitazione e di tensioni di Sarkozy. Ma a dieci mesi dall’elezione, la società  francese è spaccata più che mai. La destra è partita all’offensiva con grande determinazione e ha individuato nell’opposizione al matrimonio per tutti una leva che può scardinare il potere in carica. Nessuno dei due fronti opposti è disposto a cedere e la destra sta radicalizzando lo scontro, come si è visto con le forti polemiche che hanno fatto seguito alla manifestazione di domenica scorsa, con la polizia e il ministro degli interni, Manuel Valls, accusati di aver «gasato i bambini» presenti nel corteo con i lacrimogeni, quando alcuni manifestanti hanno cercato di rompere il cordone di polizia che impediva loro di raggiungere i Champs Elysées.
La difficoltà  maggiore per Hollande resta l’economia. E su questo fronte gli attacchi arrivano non solo da destra, ma anche da sinistra, dal Front de gauche, che chiede la fine dell’austerità , ma anche all’interno del Ps. «Hollande non è stato eletto per condurre il popolo francese sulla strada senza fine dell’austerità  e del rigore» ha per esempio affermato il senatore socialista Pascal Cherki. Gli ultimi dati sono molto negativi: la disoccupazione è in crescita, 3milioni senza lavoro, che salgono a 5 se si addizionano coloro che lavorano qualche ora al mese. Il potere d’acquisto, per la prima volta dall’84, è in calo, secondo l’Insee (l’Istat francese) a causa dell’aumento delle tasse (più 10% nel 2012, che ha seguito un più 6,6% nel 2011 e la pressione potrebbe aumentare ancora quest’anno). Le prospettive sono nere, il pil si è contratto dello 0,3% a fine 2012 e quest’anno ci sarà , al meglio, stagnazione. Da quando Hollande è stato eletto, nel maggio scorso, il numero dei disoccupati è aumentato di 250mila persone. Hollande ha reagito proponendo la via della socialdemocrazia, ha invitato le parti sociali a negoziare un accordo per la competitività , che dovrebbe venire trasformato in legge. Ma l’accordo è contestato (Cgt e Fo non l’hanno firmato), perché chiede sacrifici ai lavoratori, senza concedere molto sul piano del riassorbimento del precariato. Gli impieghi d’avvenire (150mila posti), i contratti di generazione (500mila) e i crediti di imposta alle imprese fanno figura di gocce nell’oceano di una disperazione sociale crescente. Jean-Luc Mélenchon, al congresso del Parti de Gauche dello scorso fine settimana ha alzato i toni contro il governo e sostiene che per combattere l’estrema destra, che attira elettori (come si è visto in una suppletiva in Val d’Oise domenica scorsa, in un ballottaggio con l’Ump), bisogna utilizzare lo stesso linguaggio violento. Una deriva all’italiana che non promette niente di buono, in una società  che sembra sull’orlo della crisi di nervi e dove cova la rivolta.


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