La corsa a ostacoli della bella Ashley Un seggio al Senato per la star di Hollywood?

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E anche se le primarie si terranno tra più di un anno, la possibile discesa in campo della star di Hollywood figlia della cantante country Naomi Judd (ha preso il cognome della madre; quello vero, di origini siciliane, è Ciminella) fa già  discutere i siti americani come se si trattasse della trama di un blockbuster. Se vincesse le primarie, l’aspetterebbe uno scontro che si preannuncia brutale con il settantunenne Mitch McConnell, un pugnace veterano di Washington che controlla il seggio sin dagli anni Ottanta ed è leader della minoranza repubblicana al Senato.
Anzi, lo scontro è già  iniziato. McConnell ha messo in Rete un video sarcastico intitolato «La candidatura di Obama per il Kentucky» che mostra il presidente alla disperata ricerca di un burattino da manovrare nello Stato del Sud. Il team dell’attrice punta sull’appoggio delle femministe e delle donne, ma anche sulla voglia dei cittadini di cambiare: il senatore repubblicano (il cui indice di gradimento pare in discesa) è visto da alcuni come un personaggio troppo legato a Washington, cosa che potrebbe danneggiarlo anche nelle primarie del suo partito. L’altro senatore del Kentucky (lo stato ne ha due) eletto nel 2010 contro il volere di McConnell è infatti il paladino dei Tea Party Rand Paul.
A complicare la trama, c’è la discesa in campo di Bill Clinton. L’ex presidente conta sulla sua popolarità  nello Stato (che lo ha scelto due volte come presidente, mentre ha bocciato due volte Obama) per appoggiare un candidato democratico. All’inizio aveva promesso il suo sostegno a Judd, ma negli ultimi giorni pare l’abbia assicurato anche a un’altra candidata, la segretaria di Stato del Kentucky Alison Grimes. I democratici si sono spaccati: da una parte c’è chi scommette che il volto noto e i fondi su cui può contare Judd la porteranno alla vittoria; dall’altra c’è chi teme che la sua reputazione di attivista di sinistra possa nuocerle (persino sua nonna Polly dice che è troppo «liberal»). L’attrice, ad esempio, ha paragonato la rimozione delle cime delle montagne (per estrarre il carbone) a uno «stupro», ma in Kentucky oltre 19.000 posti di lavoro l’anno dipendono dalle miniere (la risposta: «Ashley si guadagna da vivere rimuovendo il pezzo di sopra, perché non possiamo farlo anche noi?»).
E poi, nonostante in Kentucky sia cresciuta e non si perda una partita della squadra di basket dei Wildcats, una sua frase — «il Tennessee è la mia casa» (attualmente vive là ) — è diventata la colonna sonora degli spot contro di lei. Come altri politici venuti da Hollywood, suggeriscono i fan, per vincere Ashley dovrà  calarsi nella parte, dimostrare di avere radici e valori locali. Dopo il successo, tornare ad Ashland, il paesino delle umili origini, a lavorare per la sua comunità . Insomma, deve imparare da Frank Capra.


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