L’Europa arretra, in Italia meno consumi
BRUXELLES — Gli effetti della crisi del debito sovrano e delle misure di austerità attuate in molti Paesi, insieme ai timori di molti cittadini sul futuro, che li hanno portati a spendere meno anche durante le feste di Natale, continuano ad accentuare l’arretramento della situazione economica dell’Europa. In Italia l’aggravamento della recessione è più pesante delle medie europee e la Confcommercio ha lanciato un vero e proprio allarme diffondendo i suoi dati sul crollo dei consumi, che retrocedono ai livelli del 2004 e generano preoccupazioni per il 2013.
Eurostat ha comunicato che nell’ultimo trimestre del 2012 il Pil dei 17 Paesi dell’eurozona è arretrato dello 0,6% e dello 0,5% nell’Ue a 27 rispetto ai tre mesi precedenti, quando la discesa era stata rispettivamente dello 0,1% nell’area della moneta unica, mentre nell’Ue era stato registrato un +0,1%. Su base annua il peggioramento del Pil è quantificato allo 0,9% per l’eurozona e allo 0,6% per l’Ue. Per l’Italia l’aggravamento della recessione è stato dello 0,9% rispetto allo 0,2% del trimestre precedente. Su base annua si è verificato un crollo del -2,7%.
L’allarme della Confcommercio sulla discesa dei consumi parte dal -2,4% in termini tendenziali nel gennaio 2013 su base annua e dello 0,9% rispetto al dicembre scorso. L’associazione dei commercianti evidenzia che «in termini di media mobile a tre mesi l’indicatore, corretto dai fattori stagionali, segnala un nuovo arretramento, dato che ha riportato i consumi sui livelli di fine 2004» e che «le prime informazioni congiunturali relative all’inizio del 2013 mostrano, con una certa chiarezza, che non si può escludere un ulteriore peggioramento».
Le Borse europee hanno inizialmente goduto dell’euforia provocata dai rialzi record a Wall Street. Ma poi hanno mostrato un andamento contrastato in linea con le incertezze della situazione economica continentale. Francoforte ha chiuso in positivo a +0,62%, a Milano l’indice Ftse Mib ha segnato -0,47%, Londra -0,07%, Parigi -0,35 e Madrid -0,76%. Un miglioramento è arrivato dallo spread. Il differenziale tra i tassi dei Btp e i bund tedeschi è sceso intorno a 320.
Ivo Caizzi
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