Mercato auto come negli anni Settanta in Italia a febbraio vendite giù del 17,4%

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ROMA — Il mercato dell’auto continua a scendere nonostante il confronto con i mesi del 2012, quando la crisi aveva già  aggredito le vendite delle quattro ruote. Nel mese di febbraio 2013 il mercato ha perso il 17,4 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il gruppo Fiat perde meno del mercato (-16,8 per cento) e chiude il mese con un lieve aumento della quota che passa dal 28,3 del 2012 al 28,5 del 2013. Fiat vende complessivamente in Italia 30.903 autovetture. Proiettando questo dato a livello annuo si rimane comunque sotto le 400.000 vetture vendute dal Lingotto. Un livello basso che dipende soprattutto dal mercato depresso come dimostra il fatto che il gruppo di Torino migliora, sia pur di poco, la sua quota e continua a rappresentare poco meno di un terzo delle vendite italiane.
Nella flessione generale i marchi della gamma medio alta contengono le perdite. Bmw perde il 6,2 per cento, Mercedes il 6,6. Il marchio Audi incrementa addirittura del 2,2 per cento le sue vendite. Dati che potrebbero spiegare la scelta di Marchionne di puntare sulla gamma premium. Un’opzione che presuppone ingenti investimenti. L’Alfa, nonostante il successo della Giulietta, ha perso in febbraio il 38 per cento delle vendite rispetto allo stesso mese del 2012. La Lancia, che in futuro sarà  solo il volto europeo di Chrysler, ha perso la stessa quota di Alfa. Il Lingotto registra invece il successo della 500 L prodotta in Serbia e mantiene la leadership nel segmento delle utilitarie con Punto e Panda.
Il Centro Studi Promotor di Bologna ha calcolato che a questi ritmi il 2013 si chiuderà  poco sopra il milione e trecentomila auto vendute in Italia,
«livelli da anni Settanta». «La crisi – osserva il direttore Gian Primo Quagliano – sta spostando sul mercato dell’usato anche clienti che normalmente avrebbero acquistato un’auto nuova. Questo spiega l’incremento del 3,7 per cento delle vendite di auto di seconda mano ». Certo chi si attendeva che dopo le elezioni ci sarebbe stata una mini ripresa dovuta al fatto che la situazione politica sarebbe divenuta più stabile, è rimasto deluso.
Sul fronte Fiat c’è da registrare la nuova battuta d’arresto nelle trattative con i sindacati sul rinnovo del contratto di gruppo. Gli incontri, dai quali è esclusa la Fiom, sono stati aggiornati alla prossima settimana perché le parti non riescono a trovare l’intesa sulla data di partenza degli aumenti concordati. Ieri l’azienda ha annunciato che i 19 delegati della Fiom rientrati a Pomigliano per ordine del giudice, sono stati messi nuovamente in cassa integrazione per effetto della fusione aziendale entrata in vigore ieri tra Fiat Group Automobiles e Fabbrica Italia Pomigliano.


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