I 5 Stelle occupano le Camere Grillo: commissioni o è un golpe

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ROMA — Beppe Grillo, nell’atto di benedire l’occupazione grillina delle aule di Camera e Senato, grida al «golpe». «I partiti hanno occupato il Parlamento» perché non vogliono insediare le commissioni permanenti, arringa dal suo blog esibendo la fotografia di Monti-Bersani-Berlusconi addobbati con divise tipiche di una giunta militare. Il leader del M5S scrive che «l’Italia non è più una Repubblica parlamentare, come previsto dalla Costituzione, ma una Repubblica partitica». Poi, con un’intervista concessa a Elisabeth Braw, che verrà  pubblicata sulle testate free press Metro, Grillo attacca la classe politica che non ha il marchio di garanzia del M5S: «Mia figlia di 13 anni avrebbe molto più buon senso e competenza di questi, visti i risultati che hanno fatto. Noi abbiamo messo in campo la classe politica più giovane del mondo…». Ecco perché, anche in Italia, ci sarà  «una primavera araba».
E così è partita l’offensiva a 5 Stelle per insediare le commissioni permanenti anche in assenza di una maggioranza e di un governo legittimato dalla fiducia. Senatori e deputati M5S, con le apparecchiature per la diretta streaming, si sono intrattenuti in aula dopo il termine della seduta fino alla mezzanotte «per leggere la Costituzione e i regolamenti parlamentari». L’occupazione degli scranni, però, ha provocato un comunicato congiunto dei presidenti Grasso e Boldrini: «Le aule Parlamentari sono il luogo del confronto democratico e della trasparenza. E il dialogo è sempre più utile del monologo, anche quando l’oggetto della declamazione solitaria è la Carta fondamentale della nostra Repubblica».
L’offensiva dei gruppi M5S — che si sono dotati alla Camera di un nuovo responsabile comunicazione, scegliendo un fedelissimo di Casaleggio, l’ex collaboratore dell’Unità  Nicola Biondo — per ora è stata arginata dal gioco di rimessa di Pd, Pdl e Scelta Civica. In realtà  la capogruppo di Sel, Loredana De Petris, e la vice presidente del Senato, Linda Lanzillotta, una via d’uscita l’avevano pure suggerita: convocazione della giunta per il regolamento per far partire le commissioni con presidenti provvisori ma il M5S (forse perché la scelta sarebbe ricaduta sui senatori più anziani) non ha saputo prendere la palla al balzo.
Eppure Vito Crimi, per perorare l’insediamento delle commissioni prima ancora del governo — citando i precedenti del ’53, del ’76, del ’79 e del ’92 — ha preso ispirazione proprio dalla vecchia politica. Quella della prima Repubblica, di scuola comunista. Quando Crimi ha teorizzato che «i gruppi appena costituiti debbono» comunque «segnalare alla Presidenza le proposte per la ripartizione dei parlamentari tra le varie commissioni», ripercorre nientemeno che il discorso tenuto il 26 giugno 1979 alla Camera dal capogruppo del Pci, Alessandro Natta. Il quale, contro il tentativo della Dc di bloccare le commissioni in assenza di un governo legittimato dalla fiducia, disse: «Vi sono dei provvedimenti e delle proposte che non comportano una presa di posizione o la presenza come interlocutore dell’esecutivo». Insomma, quel che teorizzava nel ’79 il Pci (governo Andreotti in carica per gli affari correnti), oggi è Vangelo per il M5S (governo Monti in carica per gli affari correnti).
L’altra partita sbrogliata al Senato dal presidente Pietro Grasso è quella della giunta per le Elezioni, senza la quale non si possono proclamare i senatori subentranti ai parlamentari dichiarati incompatibili (assessori, sindaci, governatori, ecc). La giunta del Regolamento ha accolto il lodo Calderoli per rivitalizzare temporaneamente la giunta per le Elezioni provvisoria che ha operato nella prima seduta del 15 marzo: sarà  dunque quella «squadra» presieduta da Felice Casson (Pd) a regolare il traffico dei subentri in caso di dimissioni o di incompatibilità . Le decisioni verranno prese da sette senatori: oltre a Casson, ci sono Augello, Fazzone, Malan e la senatrice Bonfrisco per il Pdl, Divina della Lega e la grillina Fucsia. Due giorni fa, in conferenza stampa, Vito Crimi ha detto che la questione dell’ineleggibilità  del senatore Silvio Berlusconi e dei suoi avvocati Longo e Ghedini «è un’assoluta priorità ». Tuttavia, per affrontare questo tema rovente ci vorrà  la giunta definitiva: quella che il presidente Grasso sarà  pronto a insediare non appena si capirà  chi sta con la maggioranza che sostiene un governo e chi con l’opposizione. E già  oggi, per non farsi trovare impreparato quel giorno, il presidente Grasso chiederà  ai capigruppo di designare i membri definitivi della giunta per le Elezioni e le Immunità . Poi però sarà  necessario attendere i tempi della politica.


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