In Italia si dimezzano le domande d’asilo, ma non la richiesta di servizi

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ROMA – Sono state 15.700 le domande d’asilo presentate in Italia nel 2012, meno della metà  rispetto all’anno precedente e un numero bassissimo, anche in termini assoluti, rispetto a quelli registrati nei principali Paesi europei. Nonostante questo, il totale dei pasti distribuiti dalla mensa (oltre 115.000) è rimasto quasi invariato rispetto al 2011, con una media giornaliera di pasti offerti superiore alle 400 unità . A dimostrazione del fatto che pur in presenza di un minor numero di richiedenti asilo, l’area del disagio rimane sempre molto ampia, chi arriva nel nostro paese non ha nessun tipo di alternativa e continua a rivolgersi ai servizi di prima accoglienza. Sono questi alcuni dei numeri dal rapporto annuale 2013 dell’associazione Centro Astalli, presentato oggi a Roma. “Una situazione preoccupante – sottolinea il Centro Astalli – che rappresenta l’incapacità  del sistema di accoglienza italiano di dare risposte, persino ai bisogni più immediati”.  Nel rapporto emerge che tra le nazionalità  più rappresentate, accanto a Costa d’Avorio, Afghanistan e Pakistan, per la prima volta si registra il Mali, teatro di una grave crisi internazionale. L’indagine sottolinea che, nonostante i dati rappresentino un fenomeno di dimensioni assolutamente gestibili di arrivi in Italia, siamo ancora lontani dall’avere un sistema nazionale per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati unitario, integrato e commisurato ai flussi di arrivo. “L’Emergenza Nord Africa, che poteva costituire un’occasione di ripensamento e valorizzazione di alcune esperienze positive attivate dalle Regioni, si è purtroppo chiusa senza alcuna progettualità , né per gli accolti né per il sistema, vanificando del tutto l’ingente investimento di risorse che aveva comportato”- sottolinea il Centro Astalli. Le misure di integrazione rappresentano un punto particolarmente dolente nel già  problematico sistema italiano. Molti titolari di protezione si trovano di fatto abbandonati a loro stessi, con ben poche opportunità  di crearsi un percorso autonomo: ciò contribuisce a alimentare il fenomeno delle occupazioni, particolarmente grave a Roma, che vede centinaia di rifugiati vivere a margine della società , in condizioni di assoluto degrado. Insieme alla ricerca di un lavoro, l’affitto di un alloggio è la sfida più difficile: l’onerosità  delle locazioni e gli anticipi richiesti scoraggiano anche chi può contare su un impiego stabile. Nel 2012 il Centro Astalli, attraverso l’erogazione di contributi alloggio, ha cercato di agevolare il percorso di integrazione di rifugiati che, pur avendo un lavoro regolare, non avrebbero potuto affrontare le spese iniziali per l’affitto di un appartamento.

 

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