Maduro apre al dialogo e rilancia «la rivoluzione nella rivoluzione»

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Maduro ha promesso: «Revisione, rettifica, reimpulso: una rivoluzione nella rivoluzione basata sull’approfondimento del socialismo bolivariano e sul potere popolare». In base ai cinque punti programmatici contenuti nel Plan de la Patria – che avrebbero dovuto guidare il governo di Chà¡vez – si disegna il profilo del nuovo gabinetto: pianificazione dell’economia, lotta al burocratismo, all’inefficienza e all’insicurezza, governo delle risorse per uno «sviluppo integrale». 
«In un sindacato, una struttura territoriale o nello stato, tutti dobbiamo imparare a governare e a pianificare – ha detto Maduro -: coniugando la visione strategica che viene dal campo socialista e dall’Europa, il meglio delle distinte fasi di sviluppo, con il potere popolare. Per questo va ampliato lo spettro della formazione a tutti i livelli». In questa ottica, il ministero della Pianificazione e Finanze è stato potenziato e diviso in due, il primo affidato a Jorge Giordani (riconfermato), il secondo a Nelson Merentes (finora al Banco Central).
Il nuovo governo ha annunciato le più importanti decisioni proprio dal Cuartel de la Montana, dove riposa la salma di Hugo Chà¡vez, morto per un tumore il 5 marzo. Lì, nel Museo della rivoluzione, Maduro si è incontrato con le delegazioni internazionali che lo hanno accompagnato durante l’investitura ufficiale in Parlamento, venerdì scorso. Una cerimonia disertata dall’opposizione, che ha chiesto di ricontare i voti, contestando lo scarso margine ottenuto da Maduro su Henrique Capriles Radonski, leader della Mesa de la unidad democratica (Mud). 
Dopo giorni di violenze che hanno portato alla morte di 9 chavisti, Capriles ha seguito la via legale, presentando il suo ricorso al Consiglio nazionale elettorale (Cne). L’organismo sta ora procedendo al riscontro del 46% delle schede, giacché – in base al sistema automatizzato che governa le elezioni – il 54% che ha determinato la tendenza irreversibile è già  stato sottoposto a doppia verifica (manuale ed elettronica). Il conteggio si concluderà  entro trenta giorni.
Intanto, continuano i cacerolazos dell’opposizione e le polemiche internazionali: soprattutto con gli Stati uniti, che sono pesantemente intervenuti a favore di Capriles e che il chavismo accusa di aver fomentato un nuovo tentativo di golpe. Gli Usa annunciano che quest’anno destineranno 5 milioni di dollari «alle organizzazioni della società  civile che lavorano per la difesa dei diritti umani». Stessa cosa per Cuba. In aumento i fondi per il Centroamerica, che riceverà  26 milioni di dollari. Nove Ong denunciano «l’abuso del voto assistito» in Venezuela.
Alcuni camion carichi di beni alimentari provenienti dalle grandi imprese private, sottratti alla produzione nazionale e destinati al mercato nero sono stati intercettati alla frontiera con la Colombia. Il ministero degli Interni (ora trasformato in Interni, giustizia e pace) ha annunciato la cattura di un noto narcotrafficante colombiano, legato ai paramilitari. 
Maduro ha invitato l’opposizione al dialogo, mentre numerose associazioni hanno presentato denunce contro Capriles, come mandante delle violenze postelettorali. Ieri, l’intero gabinetto è salito a bordo dell’autobus guidato da Maduro per effettuare un nuovo viaggio nel paese. Il «primo presidente operaio» ha detto che intende governare «dalla strada».


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“Sono rimasti i funzionari ad avere il «popolo» sempre sulla bocca, a differenza del popolo che usa poco questo termine, anzi, forse lo sta dimenticando. […] Ma in passato era una parola importantissima […]. E noi, che appartenevamo al popolo, ripetevamo, ogni giorno: dal 1949, comanda il popolo”. (Yu Hua)

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