Pyongyang chiude ai turisti la frontiera cinese del Dandong

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PECHINO. La gaffe più clamorosa di ieri è del Giappone. In mattinata l’account ufficiale su Twitter della città  di Yokohama ha lanciato il seguente messaggio, per errore: «La Corea del Nord ha lanciato il missile». Tra i 40mila follower si è subito animato il dibattito, mentre gli amministratori del profilo Twitter cercavamo di metterci una pezza. Per dire della situazione in Giappone, il paese che ha schierato nel bel mezzo di Tokyo l’armamentario di difesa contro attacchi missilistici.
E in realtà  ieri, mentre si aspettava l’ «estremo gesto» da parte di Pyongyang, non è accaduto quasi nulla. Il Giappone proprio per il suo dispiegamento difensivo made in Usa è finito nel mirino di «eventuali attacchi», come ha scritto il quotidiano nord coreano Rodong Sinmun, mentre l’unica notizia di una certa rilevanza è quella che riguarda la decisione da parte della Corea del Nord di chiudere la frontiera con la Cina ai turisti. Così le agenzie di viaggio presso Dandong, al confine tra Cina e Corea del Nord, hanno specificato di aver ricevuto l’ordine da Pyongyang di rinunciare ai viaggi da una parte all’altra della frontiera. Richiesta garantita per i turisti, mentre sul fronte doganale pare che tutto sia proceduto come al solito, a conferma del clima non certo di agitazione che si respira nella prossimità  di quello che dovrebbe essere il centro del dilemma. Anche a Seul le cronache cittadine raccontano di una città  in cui la vita si è svolta regolarmente. Questo nonostante le avvisaglie di ieri mattina, quando il ministero degli esteri sud coreano, riprendendo un report americano, aveva specificato che c’erano probabilità  di un attacco missilistico nord coreano. La svolta sarebbe potuta avvenire «da un momento all’altro», come confermava poco dopo anche Washington. In realtà  si sono solo innalzate le misure di allerta difensive sud coreane, passate dal punto 3 al punto 2. Per il resto attesa. C’è ancora chi sostiene si debba aspettare prima di immaginarsi un abbassamento della tensione: nei prossimi giorni ricorrono altre date sensibili, tra cui le celebrazioni della nascita di Kim il Sung, l’Eterno Presidente.
In realtà  ieri si sono solo intuiti i possibili scenari geopolitici. Intanto Kim Jong-un sarà  giovane, ma è circondato da vecchi generali che sanno bene come ha funzionato negli ultimi anni la storia nord coreana, in relazione ad esempio agli Stati Uniti. Andrei Lankov, russo esperto di cose coreane, sul New York Times, ha ricordato come già  nel 1994 e poi nel 2006 ad un innalzamento della tensione da parte della Corea del Nord, erano seguiti aiuti consistenti americani. Pyongyang sistemerà  il proprio popolo con accorati messaggi sul dispiegamento di forze che avrebbe spaventato gli imperialisti, per tornare a trattare. D’altro canto gli Stati Uniti hanno potuto fare sfoggio dei propri armamenti e delle difese date al Giappone. Un aspetto non trascurabile: le apparenti follie di Kim Jong un hanno messo all’erta sia Giappone sia Corea del Sud. E i due governi, nel caso decidessero di comprare armamenti necessari alla difesa, sanno di rivolgersi a Washington. Chi rimane apparentemente con il cerino in mano è la Cina. In apparenza, perché Pechino stavolta ha tenuto un profilo basso, ma lasciando intuire alcune possibilità . Tra le quali un delicato, ma fruttuoso nuovo corso di rapporti con Seul.


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