Vendola: non è colpa di chi dissente Ma è polemica sull’antipolitica

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ROMA — «È il momento in cui ognuno deve fare il proprio dovere senza rinfocolare polemiche», ha detto ieri sera il premier Enrico Letta, al termine di una giornata che doveva essere di speranza ma che è stata insanguinata dagli spari di Palazzo Chigi e dai botta e risposta sui motivi del gesto di Luigi Preiti. E se il neoministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha parlato di «un tragico gesto criminale di un disoccupato», aggiungendo che l’aggressore «voleva suicidarsi» («ma non c’è riuscito perché aveva finito il caricatore») il legame tra dissenso, disagio e violenza che per quasi vent’anni ha tenuto con il fiato sospeso l’Italia della prima Repubblica è tornato, in forme diverse, ad agitare la politica. Il primo a puntare il dito e accusare è stato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Sembra l’opera di uno squilibrato che molto probabilmente ha agito in modo isolato», ha detto, ma poi ha aggiunto senza fare sconti: «Ma se per mesi si inveisce contro il palazzo, prima o poi un pazzo esce fuori… Attenzione perché ci sono dei rischi seri, la politica deve dare un segnale chiaro al Paese. Basta con questa violenza verbale che può mettere pistole in mano ai folli». Alla domanda: «Si riferisce al Movimento 5 Stelle?», Alemanno ha replicato seccamente: «Non mi riferisco a nessuno».
Ma i grillini capiscono immediatamente di essere finiti nel mirino e arriva subito un comunicato dei capigruppo Crimi e Lombardi. «A nome di tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle esprimiamo la nostra ferma condanna per il folle gesto di violenza… La democrazia non accetta violenza». Poi lo stesso Beppe Grillo interviene sul suo blog: «Ci discostiamo da questa onda che spero finisca lì perché il nostro Movimento non è assolutamente violento. Noi raccogliamo firme ai banchetti, facciamo referendum e leggi popolari. Piena solidarietà  alle forze dell’ordine e speriamo che sia un episodio isolato e rimanga tale». E tutti i commenti che «inneggiano» al gesto di Preiti vengono cancellati.
Il Pd manifesta grande preoccupazione con Emanuele Fiano: «Abbassare i livelli di tensione che la crisi economica, sociale e istituzionale ha già  alimentato». Walter Veltroni tronca ogni legame tra dissenso e violenza: «Chiamare in causa per il clima il Movimento 5 Stelle è un errore grave e una strumentalizzazione». Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà , risponde «alle polemiche innescate da esponenti Pdl sulla sparatoria di stamani» (oltre Alemanno, intervengono sulla stessa lunghezza d’onda Gasparri e Brunetta e Ignazio Larussa di FdI): «Un disperato o pazzo spara ed è tutta colpa di chi dissente, di chi non si piega all’inciucio… Non sentite puzzetta di regime? #palazzochigi”». Poi ancora Vendola scrive: «Un augurio di pronta guarigione ai carabinieri feriti. Guai a cedere alla violenza, sempre».
Il presidente della Camera, Laura Boldrini, che proviene dalle file di Sel, esprime «vicinanza e solidarietà » ai carabinieri feriti nella sparatoria davanti a Palazzo Chigi e sottolinea che «la violenza, per grave che sia la crisi, non deve e non può mai essere considerata tra le opzioni percorribili per la soluzione dei problemi». Poi, nel pomeriggio, parla della sua preoccupazione per le condizioni del ferito più grave, e torna a commentare su Facebook, sottolineando come «quella della follia sia una scorciatoia troppo facile e troppo comoda». «Sulla crisi — invece — le istituzioni e la politica devono, dobbiamo tornare ad intervenire e dare risposte quanto prima, anche perché in più di un caso, lo stiamo vedendo con frequenza crescente, la crisi trasforma le sue vittime in carnefici». Il Presidente del Senato, Piero Grasso, invita a rispondere «con fatti concreti».
Parla di «un fatto tragico» e di «un grande monito per il mondo della politica» il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco.
M.Antonietta Calabrò


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