Cig, mancano 1,5 miliardi e sono esaurite le risorse per i contratti di solidarietà 

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ROMA — Prima ancora di trovare i due miliardi necessari a non fare saltare i bilanci dei Comuni che non incasseranno la rata di giugno – ne va trovato uno e mezzo indispensabile a garantire «la tenuta sociale del Paese». Per i sindacati, fra tutte le emergenze cui il nuovo governo si trova a far fronte, c’è una priorità  assoluta: rifinanziare per tutto il 2013 la cassa integrazione in deroga. Se così non sarà  nei prossimi mesi 700 mila lavoratori, oggi coperti dall’ammortizzatore che assicura un assegno ridotto, andranno ad aggiungersi al poderoso esercito dei disoccupati e degli esodati. E la pace sociale potrebbe saltare. Ma resta caldo anche il fronte dell’Imu perché – fatto salvo lo stop del pagamento di giugno sulla prima casa – fra poco le aziende saranno chiamate a versare l’imposta su fabbricati e capannoni e Confindustria chiede di rivedere la tassazione che appesantisce settori già  in crisi.
«Precedenza al lavoro e attenzione allo scontro sociale» è il messaggio che Raffaele Bonanni, leader della Cisl, invia al governo, al lavoro nel week end per trovare una copertura ai sei miliardi di euro necessari per sanare le emergenze dell’immediato. Le misure saranno probabilmente varate entro la prossima settimana, dopo l’approvazione definitiva del Def (documento economia e finanza) che approda in Aula domani, e le priorità  – ha chiarito il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta – sono chiare: «Evitare l’aumento dell’Iva costa circa 2 miliardi, per la cassa integrazione sono necessari tra 1 e 1,5 miliardi di euro, mentre la sospensione della prima rata Imu richiede circa 2-3 miliardi».
Ma la pedina da mettere in salvo per prima con la «manovatampone », precisa il sindacato, riguarda il lavoro. «La questione Imu viene dopo – assicura Bonanni – ora, entro maggio, bisogna trovare un miliardo e mezzo per la cassa integrazione» (il miliardo stanziato dal governo Monti per quest’anno è agli sgoccioli). Una priorità  che trova sponda nel Pd e nelle parole di Cesare Damiano, convinto che con altre «centinaia di migliaia di lavoratori disoccupati e senza reddito si creerebbe una situazione sociale insostenibile». Tanto più – avverte il ministero del Lavoro – che sono finiti anche i soldi per finanziare i contratti di solidarietà ,
una formula usata dalle aziende proprio per evitare la cassa integrazione. «Nel primo trimestre del 2013 le richieste sono raddoppiate rispetto a tutto il 2012 e, al momento, le istanze presentate da aprile in poi non possono essere ammesse» fanno notare dal dicastero (pur precisando che il realtà  ci sarebbe ancora a disposizione un «tesoretto » di 57 milioni di residui passivi bloccati però da una norma contabile introdotta dal governo Monti).
Sul tavolo, oltre alla cassa integrazione, pesa la partita fiscale, quindi l’Imu. Confindustria promette un dossier entro la settimana, anche perché la tassazione italiana, assicura uno studio della Cgia su dati Eurostat del2012, è ai vertici in Europa. O meglio, guardando alla pressione tributaria (rapporto tra imposte, tasse e tributi versati, e il Pil, non considerando tra i fattori il gettito contributivo) con il nostro 30, 2 per cento siamo al quarto posto dopo tre paesi scandinavi, ma Danimarca (47,4) Svezia (36,8) e Finlandia (30,5) hanno servizi pubblici e welfare di livello assolutamente più elevato rispetto ai corrispondenti italiani.


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