GUANTANAMO 100 GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME
La protesta riguarda 102 detenuti su 166. Trenta di loro vengono nutriti a forza con delle sonde, metodo classificato dalle Nazioni unite come «tortura». Venerdì attivisti vestiti di arancione, come le tute dei prigionieri, hanno manifestato davanti alla Casa Bianca e consegnato una petizione con 370 mila firme per la chiusura immediata del carcere.
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Presidi ovunque, da Palermo a Cagliari a Padova: tutti gli appuntamenti. E sui social monta la protesta dei giovani ebrei italiani: Not in our name
COSA CI DICONO QUEI CORI
La pallonata di Boateng in tribuna, seguita dall’uscita dal campo, è stata una liberazione per qualsiasi giocatore costretto finora a tollerare i cori razzisti. In un certo senso, il gesto del giocatore del Milan fa giustizia di tutti i distinguo, gli equilibrismi e la finta indignazione con cui il baraccone italiano del calcio ha reagito (o, meglio, non ha reagito) al razzismo negli stadi. Le norme ci sono: il responsabile dell’ordine pubblico allo stadio può chiedere all’arbitro di interrompere le partite e l’arbitro può farlo.