Il Provenzano mai visto dopo 7 anni di 41 bis e al figlio dice: “Ho preso legnate dietro i reni”

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PALERMO — Gli avvocati di Bernardo Provenzano si rivolgeranno alla corte europea per i diritti dell’uomo. A Strasburgo invieranno anche un video che ritrae in carcere il padrino di Corleone: «Sono evidenti le gravissime condizioni di salute di Provenzano — dice l’avvocato Rosalba Di Gregorio — ed è inquietante un grosso ematoma in fronte. Due giorni dopo quelle riprese, Provenzano è entrato in coma». Il video è stato pubblicato ieri sera dal sito Internet di “Servizio pubblico”, la trasmissione di Michele Santoro. «Alla corte europea per i diritti dell’uomo chiederemo la condanna dell’Italia — spiega il legale del boss — perché è incostituzionale che un quasi vegetale venga ancora tenuto al carcere duro».
Il video riprende Provenzano a colloquio con i familiari nel carcere di Parma. Si tratta delle prime immagini del boss dopo il suo arresto, avvenuto
l’11 aprile 2006: la registrazione risale al dicembre dell’anno scorso, sette mesi prima Provenzano aveva tentato il suicidio in cella. «Pigghiasti lignate? », chiede il figlio minore del capomafia, Francesco Paolo. «Hai preso legnate?». Il padre risponde: «Lignate, sì. Dietro i reni…». Poi, il dialogo si fa confuso, Provenzano sembra non capire le domande. Dice pure: «Sono caduto». Il video è stato consegnato dalla Direzione dell’amministrazione penitenziaria alla Procura di Palermo, che nei mesi scorsi ha aperto un’inchiesta sulla frase pronunciata dal padrino. Dice l’avvocato Di Gregorio, che assiste Provenzano con il collega Franco Marasà : «Noi stessi abbiamo chiesto approfondimenti, su quel vasto ematoma nella zona frontale occipitale temporale
e su alcune cadute». La difesa preannuncia che a Strasburgo saranno inviati anche altri video del boss al 41 bis, pure questi acquisiti agli atti dell’inchiesta della Procura di Palermo e del processo “trattativa mafia-Stato”. Il boss è uscito dal coma, ma le sue condizioni restano gravi: «Le prescrizioni mediche al carcere impongono di girarlo ogni due ore, per evitare le piaghe da decubito», spiega l’avvocato. «Provenzano deve essere poi imboccato per mangiare, peraltro solo cose liquide».
Nei giorni scorsi, gli avvocati Di Gregorio e Marasà  avevano presentato un’istanza per la sospensione della pena inflitta a Provenzano, l’ergastolo. Ma il tribunale di sorveglianza di Bologna ha disposto che il padrino resti in carcere. Secondo i giudici, Bernardo Provenzano ha in cella tutta l’assistenza necessaria di cui ha bisogno.


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