Imu, poi giovani, fisco e riforme Le priorità  del governo in 100 giorni

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SARTEANO (Siena) — Occupazione, fisco, riforme e Imu. Un’agenda di governo dei primi 100 giorni che mette d’accordo l’esecutivo. Per Letta è un risultato importante, tangibile, che comprende vari punti: misure per il lavoro dei giovani, venerdì prossimo il decreto Imu e Cig, un piano di incentivi per chi investe e un doppio binario per le riforme istituzionali, compreso un intervento sul finanziamento pubblico ai partiti.
La due giorni in un’abbazia toscana produce una sorta di road map delle cose da fare. Per il capo del governo è motivo di sollievo, deve costituire anche motivo di ottimismo sulla durata del governo: «Vorrei che tra di noi ci fosse franchezza e lealtà , momenti in cui si discute animatamente tra noi ma poi si rispettano regole di buon senso perché non esiste la bacchetta magica».
Alfano gli siede accanto: lo scontro sulle manifestazioni, sulla presenza di ministri, appare superato. Il programma delineato con precisione contribuisce a guardare avanti. Con un accordo di stile, ancorché precario, che il premier delinea in questo modo, «i ministri si occupano solo di governo, con l’impegno a stare fuori dalle vicende politiche e partitiche, a partire dalle amministrative. La decisione che abbiamo assunto è di attenersi a una regola per la quale i ministri si occupano del governo, attraverso i loro settori specifici, con un impegno a stare fuori dalle vicende più prettamente politiche e partitiche».
Lo stesso capo del governo aggiunge che ora toccherà  verificare «i fatti». Ovvero se l’accordo sarà  rispettato da tutti i componenti l’esecutivo.
In dettaglio, fra le priorità , il Consiglio dei ministri di venerdì prossimo su Imu e Cig. Il lavoro ai giovani, ovvero anche un pacchetto di «agevolazioni fiscali» per «gli italiani che vogliono fare». L’avvio di una riforma della politica. E poi l’obiettivo che appare aver fatto più passi in avanti: «In cento giorni dobbiamo superare il punto di non ritorno delle riforme» istituzionali, che si muoveranno su due binari: una Convenzione, da istituire con legge costituzionale, e una commissione di esperti esterni nominati e guidati dal premier.
«Lavoreremo perché il Parlamento avvii un dibattito dal quale nasca rapidamente, parlo di giorni o al massimo settimane, una legge costituzionale che istituisca la Convenzione», aggiunge Letta. «Secondo, l’idea che il governo suggerirà  alle forze politiche dovrebbe essere un organo composto dai componenti dalle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, i presidenti dovrebbero presiedere questo organismo che lavorerà  per fare la riforma costituzionale».
Alla fine tocca al vicepremier Angelino Alfano tracciare un bilancio, senza omettere le difficoltà : «Come avete visto non ha superato problemi che esistono da 20 anni, e che ci sono, ma è servita per dimostrare che non abbiamo intenzione di soccombervi. Siamo qui per il bene dell’Italia».
Insomma l’intesa politica esiste, è sottoposta a problemi ventennali che magari si chiamano i processi contro Berlusconi, ma la promessa è fare di tutto perché resista e non venga intaccata. Ma sull’ipotesi di stendere una rete di sicurezza sulla legge elettorale, che si può correggere anche con una leggina prima di tornare al voto, rimarca Letta, l’intesa appare meno solida che sul resto.
Alfano è accanto al premier e appare d’accordo, poche ore dopo dal Pdl, da Schifani e Brunetta, arrivano invece i primi altolà . Prima le riforme istituzionali e poi la modifica delle norme elettorali. Forse ci sarà  bisogno di una nuova convocazione dell’intero governo per un altro ritiro in abbazia.


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