Ingegneri e Architetti, contro la crisi la Cassa previdenziale rimpiazza la Banca

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Tutta la filiera del mattone è in grande difficoltà , i pagamenti delle Pubbliche amministrazioni sono in ritardo (quando va bene!) e i riflessi negativi arrivano fino ai professionisti del settore che hanno subito una decurtazione del reddito medio stimata attorno al 26% negli anni che vanno dal 2007 al 2012. Oltre alle mancate commesse e ai danni legati ai frequenti fallimenti delle imprese edili il disagio di architetti e ingegneri è stato appesantito dalla stretta creditizia, visto che le banche già  finanziano con il contagocce le Pmi e risultano essere ancora più prudenti con i professionisti. Risultato: il reddito medio è sceso a 26.700 euro annui, sono 65 mila gli architetti e ingegneri che non superano quota 15 mila e molti di loro faticano a pagare le quote previdenziali. Con la conseguenza che non essendo in regola non possono essere pagati dalle Pubbliche amministrazioni. Per far fronte a questa situazione, che viene monitorata con crescente apprensione, i vertici di Inarcassa hanno deciso di innovare la prassi e di aprire una linea di credito di 150 milioni per i propri iscritti che potranno così diluire e rateizzare i pagamenti previdenziali nell’arco di tre anni. Per avere qualche termine di riferimento sull’entità  dell’operazione vale la pena ricordare che un professionista che guadagna meno di 15 mila euro l’anno ne deve versare 2.900 per la propria pensione, in due rate a giugno e settembre. Chi supera il tetto dei 15 mila paga il 14,5% del reddito più il 4% sul fatturato. Si può stimare quindi che un architetto o un ingegnere che guadagna 100 mila euro l’anno alla fine ne dia in tre rate circa 20 mila all’Inarcassa. In virtù della nuova decisione dell’ente previdenziale — che sarà  formalizzata nel consiglio di amministrazione del 15 maggio — sia i professionisti con i redditi più bassi sia gli altri potranno rinviare nel tempo (fino al 2016) il pagamento e si vedranno applicare un tasso di diluizione che potrà  andare dal 3 a un massimo del 4,5% annuo. L’agevolazione non comporterà  nessuna conseguenza sulla maturazione dei diritti previdenziali e dovrebbe avere un iter burocratico semplificato. Il provvedimento si aggiunge a un’altra misura di ristoro economico varata con successo nel recente passato da Inarcassa, quella che ha consentito ai giovani professionisti un accesso al credito garantito a tasso zero con l’obiettivo di poter disporre di 10 mila euro con i quali aprire lo studio professionale. In quel caso la cassa apponeva la firma di garanzia in banca e l’esperimento ha funzionato al punto che non c’è stato nessun insoluto. E’ evidente che con provvedimenti di questo tipo cambia, o semplicemente si amplia, la funzione degli enti previdenziali privati che vengono ad assumere un ruolo di supplenza rispetto a un sistema bancario indisponibile a concedere crediti — e nel caso a tassi molto più elevati — ed a una committenza inadempiente nel rispetto dei termini di pagamento.
Per poter assumere su di sé funzioni suppletive le casse devono essere finanziariamente solide e fortunatamente è questo il caso di Inarcassa, presieduta dall’architetto Paola Muratorio e diretta da Giancarlo Giorgi, che può vantare un patrimonio prossimo a 7 miliardi di euro e un bilancio dell’esercizio 2013 che dovrebbe evidenziare un avanzo tra i 500 e i 700 milioni.


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