Intesa separata, sentenza contro la Fiom

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Piergiovanni Alleva, presidente della consulta giuridica della Fiom, ha subito elaborato una lettura della sentenza, mettendone in evidenza le contraddizioni e individuando un possibile percorso di azione. «Quella sentenza – dice Alleva – è surreale. Infatti, da un lato mette in discussione l’efficacia, la validità  e la stessa ragion d’essere degli accordi interconfederali a cui le categorie non sarebbero vincolate e di cui non risponderebbero in alcun modo. Eppure tutti sanno che il ruolo degli accordi interconfederali in questi ultimi anni è stato proprio quello di regolamentare la contrattazione collettiva di vario livello che, ovviamente, è propria delle federazioni di categoria».
«Dall’altro lato – continua Alleva – in netta contraddizione logica, con la bizzarra affermazione che le categorie non avrebbero vincoli derivanti dagli accordi interconfederali, il giudice riconosce alla Cgil la legittimazione a fare virtualmente causa a Confindustria, Cisl e Uil perché le loro federazioni non si sarebbero attenute all’accordo del 28 di giugno».
«Infine – dice il giuslavorista – il giudice afferma, illogicamente, che una condotta illegittima nel corso delle trattative non determina la nullità  del contratto. È noto, invece, che la violazione di una regola procedimentale che le parti private si sono date con riguardo alle loro future diverse contrattazioni, inficia di invalidità  queste ultime».
Alleva conclude notando che proprio questa sentenza mette in risalto la necessità  di una legge sulla rappresentanza e la democrazia: «Come si vede – spiega – anche per contrastare la confusione di idee e l’approssimazione, è necessaria una disciplina inequivocabile e di livello legislativo che metta ordine nell’attuale sistema della rappresentanza e della democrazia sindacale, stabilendo legittimazione, ruoli degli attori e dei livelli contrattuali, nonché la loro efficacia oggettiva e soggettiva».
Anche il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ha commentato la sentenza: «Verrebbe da chiedersi perché si fanno gli accordi interconfederali se non impegnano le rispettive categorie. Questa è una condizione da sanare. Proprio oggi, infatti (ieri per chi legge, ndr), è stato firmato unitariamente il contratto nazionale delle cooperative metalmeccaniche, proprio perché tutte le categorie si sono attenute agli accordi interconfederali». «Per tutte queste ragioni, la Fiom – conclude Landini – si riserva di ricorrere in appello, anche perché questa sentenza rischia di decretare l’inutilità  degli accordi interconfederali».


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