«Pensioni, uscita flessibile con penalizzazioni»

by Sergio Segio | 15 Maggio 2013 6:08

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ROMA — Potrebbe coprire solo una parte del 2013 il decreto legge che il governo dovrebbe approvare venerdì per rifinanziare la cassa integrazione in deroga, la rete di protezione per i lavoratori delle piccole imprese in crisi. «Stiamo valutando se riusciamo a trovare una soluzione esaustiva per l’intero anno o se ci limiteremo a un intervento parziale» ha detto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, parlando in commissione al Senato. Il rebus della copertura non è stato ancora risolto. E se il governo sta cercando un miliardo di euro, pochi giorni fa erano stati gli assessori regionali del Lavoro a stimare un fabbisogno «ottimistico» pari al doppio, due miliardi, visto che in otto Regioni i fondi 2013 sono già  esauriti.
Per la cassa in deroga una risposta arriverà  in ogni caso entro venerdì. Mentre bisognerà  aspettare di più per conoscere la reale portata dell’intero pacchetto-lavoro allo studio del nuovo ministro. Presentando il suo «programma» davanti alla commissione Lavoro di Palazzo Madama, Giovannini ha in realtà  frenato davanti alle grandi attese di questi giorni. A partire dalle modifiche alla riforma del lavoro firmata da Elsa Fornero. «Starei molto attento — ha detto Giovannini — a toccare una legge che sta finalmente producendo una serie di effetti voluti». Le modifiche arriveranno, ha aggiunto, ma saranno «limitate, puntuali». E per spiegare la sua prudenza il ministro ha distribuito ai senatori uno studio sugli effetti della riforma Fornero appena confezionato dall’Isfol, ente che dipende proprio dal suo dicastero. Dice la ricerca che negli ultimi tre mesi del 2012 si è «sostanzialmente arrestata la forte riduzione delle nuove assunzioni registrata nella parte centrale dell’anno».
Il peggio è passato, insomma, il mercato ha preso le misure delle nuove regole. Ma l’incoraggiante lettura non è piaciuta per niente al presidente della commissione Lavoro ed ex ministro Maurizio Sacconi (Pdl): «Quella riforma va cambiata perché in pochi mesi ha prodotto effetti disastrosi evidenti a tutti». Un assaggio di quelli che saranno, al di là  del clima di collaborazione respirato ieri, i difficili equilibri della maggioranza.
Sulle pensioni, oltre ad una «quantificazione precisa degli esodati», Giovannini ha confermato di voler rivedere le nuove regole introdotte sempre da Fornero, rendendo «flessibile» l’uscita dal lavoro «in cambio di penalizzazioni». Ma non è detto che il meccanismo sarà  quello della staffetta generazionale, con il lavoratore anziano che accetta il part time sino alla fine della carriera a patto che la sua azienda assuma un giovane. Perché, secondo il ministro, la staffetta ha «molti vantaggi» ma è anche un «intervento costoso»: aspetto decisivo visti tempi. I sindacati, intanto, protestano contro il rischio di prorogare il blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i dipendenti pubblici. In Parlamento è al via l’iter del decreto del governo Monti che estende il blocco al 2014.

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