«Un tetto allo scudo antispread» Ma la Bce smentisce passi indietro

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ROMA – Per fortuna ieri era domenica e i mercati erano chiusi. Altrimenti la notizia diffusa dal quotidiano tedesco «Frankfurter Allgemeine Zeitung » (Faz), subito smentita dalla Bce, avrebbe potuto rialzare la tensione sui titoli del debito sovrano e far ripartire gli spread.

L’articolo in questione, dal titolo «La Bce fa di nuovo marcia indietro» riferiva della decisione prospettata da Eurotower di mettere un tetto allo scudo anti-spread, di limitare cioè ad un massimo di 524 miliardi di euro l’acquisto di bond dei paesi cosiddetti periferici da Portogallo e Irlanda a Spagna e Italia. Non si tratta di un dettaglio tecnico. Prevedere un tetto laddove era stato esplicitamente escluso al momento dell’annuncio, nel settembre scorso, delle misure non convenzionali di acquisto di titoli (Omt) varate dalla Banca centrale europea per mettere in sicurezza l’euro, vuol dire annullare l’efficacia delle misure stesse e minare la credibilità dell’azione dell’Istituto guidato da Mario Draghi. Da qui l’immediata smentita.

«La ricostruzione della Faz non è corretta: non ci sono limiti ex ante all’ammontare degli acquisti che possono essere effettuati nell’ambito del programma Omt», ha precisato un portavoce della Bce ricordando che «l’ammontare sarà adeguato al raggiungimento degli obiettivi del programma». Nel comunicato diffuso da Francoforte al termine del consiglio direttivo che aveva dato via libera all’acquisto di bond con scadenza tra uno e tre anni, condizionato peraltro all’accettazione di una serie di vincoli da parte del paese interessato all’aiuto, si precisava che non erano fissati limiti quantitativi all’ammontare degli acquisti. L’annuncio dello scudo della Bce, del resto aveva bloccato gli attacchi contro la moneta unica dando concretezza all’avvertimento fatto due mesi prima dallo stesso Draghi: «La Bce farà di tutto per difendere l’euro». Lo stesso Draghi al termine del consiglio di giovedì scorso ha affermato che il programma Omt «è probabilmente la misura di politica monetaria di maggior successo dei tempi recenti». Tanto più che è bastato annunciarla perché avesse effetto facendo calare le tensioni sui mercati dei titoli di Stato e che comunque non è stata mai applicata e difficilmente lo sarà, visto che i paesi potenzialmente interessati, tra cui l’Italia, non hanno mai espresso l’idea di richiederla. Perché allora andare a tirare fuori l’ipotesi della modifica di una misura che funziona, rischiando di far ripiombare nel caos dei tassi e dei differenziali di rendimento?

L’uscita della Faz, che tira in ballo una perizia della stessa Eurotower, si spiega allora col nervosismo in aumento in vista della due giorni di dibattito presso la Corte Costituzionale di Karlsruhe proprio sulla compatibilità del programma Omt con la legislazione tedesca. Una questione che vede contrapposte le ragioni della Bundesbank e della Bce ma che oltre alle banche centrali, divide e fa discutere anche l’opinione pubblica e la politica tedesca ormai proiettate alle elezioni di settembre.

A testimoniare a favore e contro le misure saranno all’udienza della Corte di domani e dopodomani rispettivamente Joerg Asmussen, del comitato esecutive della Bce che sostituirà Draghi e Jens Weidmann, presidente della Bundesbank che era stato l’unico a votare contro la misura il 6 settembre scorso.

Due banchieri tedeschi per i giudici costituzionali tedeschi. Asmussen ha anticipato ieri, in un’intervista al settimanale «Bild», il suo slogan principale. Il programma Omts messo sotto accusa, anche se non ancora mai attivato,è«economicamente necessario, legalmente permesso e efficiente nel suo impatto».

La Bce, ha ricordato ribadendo che non esistono tetti agli acquisti, «lo scorso anno era la solo istituzione europea in grado di agire» durante la fase più acuta della crisi con l’eurozona «vicina al collasso incontrollato» e i mercati «hanno compreso il messaggio» senza che l’Eurotower abbia avuto la necessità di comprare concretamente i titoli, ha detto ancora Asmussen. E in effetti le tensioni da allora sono calate: lo spread fra Btp e Bund in un anno è sceso di quasi 300 punti percentuali ma la situazione non si può certo dire tranquilla. C’è attesa per le due aste di Bot e Btp di questa settimana in cui il Tesoro offrirà titoli per circa 15 miliardi di euro.

Stefania Tamburello


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