«Riunione sul cd? Tavaroli mente»

by Sergio Segio | 20 Giugno 2013 7:18

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Nella cruciale riunione con Tronchetti, «Tavaroli non parlò affatto di intrusioni informatiche illegali», afferma Chiappetta, «disse che gli erano pervenute informazioni sull’attività illecita di Kroll contro di noi e che le poteva documentare. Per me il tema importante era il contenuto, mi disinteressai della fonte nel presupposto che Tavaroli, affidabile per noi all’epoca, fino a prova contraria svolgesse lecitamente il suo compito». Aggiunge Mucciarelli: «Tenderei a escludere nella maniera più assoluta che si sia fatto cenno a un hacker russo per documenti che non ricordo se Tavaroli disse di aver già o di poter acquisire», ma «sulla cui assoluta utilizzabilità assicurò». In aula il 3 giugno Tavaroli aveva invece asserito di aver detto a Tronchetti e ai legali che il materiale era offerto da un hacker, e di aver suggerito l’escamotage accolto da Tronchetti (l’invio dal Brasile di una busta anonima alla sua segretaria) per rendere spendibile quel cd con la polizia in Brasile e i carabinieri in Italia. «Non si parlò di anonimi» e «Tronchetti non autorizzò alcunché», lo contraddice Chiappetta. «Questo passaggio nel mio ricordo non c’è», ribadisce Mucciarelli, «Tronchetti disse: beh, guardate questa documentazione che arriva e vediamo cosa fare». E «se Tavaroli mi avesse detto che all’origine c’era un illecito, avrei risposto di lasciar perdere quel materiale». L’1 luglio interrogatorio di Tronchetti e requisitoria.

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