Diecimila euro di contributi in meno per ogni under 30 che verrà assunto

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UN PIANO in due tappe, la prima al consiglio dei ministri di mercoledì prossimo, la seconda dopo il Consiglio europeo fissato per il 27-28 giugno e dedicato all’occupazione. In comune l’obiettivo di combattere la disoccupazione giovanile e indirizzare gli interventi soprattutto verso gli “under 30”. Il primo passaggio dovrebbe prevedere una revisione della flessibilità all’ingresso, resa troppo rigida dalla legge Fornero: si renderanno più flessibili i contratti a termine, sfrondando le “causali” che condizionano la stipula e riducendo i tempi di sosta da un contratto al successivo. Si tratta di cambiamenti che «fanno funzionare meglio il mercato del lavoro ed eliminano alcune ingiustizie» , ha detto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini il quale ha definito l’intervento un «primo passo importante».
Ma l’intervento più forte, che sarà comunque oggetto di valutazione da parte del consiglio dei ministri, è quello che arriverà dopo il vertice europeo e che prevede l’impegno di circa 1 miliardo dei fondi strutturali europei (4-5 entro il 2015) che saranno reindirizzati verso la lotta alla disoccupazione giovanile e che andranno alle Regioni svantaggiate del Sud. Per intervenire su tutto il territorio nazionale (cosa che chiedono con forza i governatori del Nord) servirebbe un altro miliardo: e qui la partita si giocherebbe con la solita caccia alle risorse dove in campo c’è già la sterilizzazione dell’Iva tanto che si ipotizzano coperture che vanno dall’aumento delle accise alla tassa sulle sigarette elettroniche.
Il miliardo, già esaminato dalla conferenza Stato-Regioni e dal ministro della Coesione Territoriale Carlo Trigilia in un incontro con i sindacati nei giorni scorsi, prevede cinque punti prevalentemente a favore degli «under 30». I piatto forte sono i 500 milioni destinati alla decontribuzione delle nuove assunzioni che si sommerebbero ai 242 milioni varati dal precedente governo: si tratterebbe di 10 mila euro per ogni nuovo occupato stabile da spalmare in 18-24 mesi che consentirebbero l’assunzione di 50-60 mila giovani e che anticiperebbero gli interventi del prossimo anno dello Youth garantee.
Il secondo intervento vale circa 100 milioni, è destinato a finanziare l’autoimprenditorialità giovanile e avverrà attraverso il coinvolgimento di Invitalia. Il terzo è destinato a contrastare il fenomeno «Neet», cioè «Not in education, employement or training»: si prevedono stage e tirocini, gestiti da «Italia lavoro », della durata di sei mesi con una retribuzione di 500 euro al mese (3 mila euro totali). Secondo le stime del governo l’iniziativa consentirebbe l’accesso al mercato del lavoro di circa 60 mila giovani. Altri 25 milioni saranno dirottati verso l’incentivazione di nuove cooperative di giovani nei settori dei beni culturali e dei servizi alla persona.
Infine un intervento sarà indirizzato al contrasto alla povertà e, naturalmente non riguarderà solo i giovani: in pratica si tratterà del rilancio della social card, attualmente limitata alle sole grandi città, che dovrebbe essere allargata a tutti i comuni del Sud. La spesa prevista è 175 milioni.


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