Arriva l’annuncio ufficiale. In Francia la Tav Torino-Lione imbocca il binario morto

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Oggi la commissione ha consegnato la versione definitiva del suo lavoro, che dovrà poi ricevere l’ok del Parlamento e del Governo. A voler fare la punta alla matita si può notare che Mobilité 21 non aveva espliciti incarichi sui progetti di tratte transfrontaliere: nel caso della Torino-Lione, il tunnel di 57 chilometri sotto le Alpi (costo pari a circa 8 miliardi di euro, di cui tre a carico della Francia e 5 a carico dell’Italia) da Bussoleno a Saint Jean de Maurienne.

In ogni caso, ammesso e non concesso che il tunnel in qualche modo sopravviva alla spending review francese, a Saint Jean la Tav imbocca il binario morto, senza se e senza ma: continuerà a funzionare solo la linea attuale per Lione, addio al vagheggiato tracciato più veloce.

Roma si rende conto di quel che succede a Parigi? Diciamocelo francamente: pare proprio di no.

Le news francesi danno ampio risalto alle conclusioni di Mobilité 21 e alle sue decisioni sulla Tav Torino-Lione. In Italia invece squillano le fanfare per la recente ratifica in Consiglio dei Ministri dell’accordo del buco (il tunnel di cui sopra fra Bussoleno e Saint Jean de Maurienne): un accordo però raggiunto da Italia e Francia in gennaio, ben prima delle conclusioni rese pubbliche oggi da Mobilité 21.

Le fanfare squillano anche per il prossimo arrivo della talpa che comincerà il vero e proprio scavo del tunnel geognostico nel cosiddetto cantiere Tav di Chiomonte: col che il processo per realizzare l’opera “diventerà irreversibile”.

Attenzione: la talpa non scaverà il traforo ferroviario ma solo un cunicolo per vedere cosa c’è sottoterra e per poter così completare la progettazione del traforo, di cui il tunnel geognostico costituirà poi un’uscita di sicurezza.

Rendere “un processo irreversibile” lo scavo di un costosissimo buco che almeno fino al 2030 condurrà verso un binario morto?

Già la Tav Torino-Lione sarebbe stata inutile: esiste una linea ferroviaria parallela, recentemente rimodernata e ampiamente sotto utilizzata. Spendere cinque miliardi per arrivare una manciata di minuti prima nel grazioso paese francese di Saint Jean de Maurienne (8.000 abitanti circa) mi sembra francamente fuori luogo: in Italia cadono a pezzi strade, scuole, trasporti, ospedali…

Anche in Francia, da questo punto di vista, non sono messi benissimo. La commissione Mobilité 21 ha infatti deciso che bisogna dare la priorità alle spese per mantenere in efficienza i servizi già esistenti e favorire i quotidiani viaggi dei pendolari.

Di solito ai francesi viene rimproverato un congenito senso di grandeur. La loro grandeur adesso consiste nell’aver capito che le grandi opere in questo momento sono assolutamente fuori luogo. L’Italia pezzente invece le rincorre per cucire paillettes sui suoi stracci sbrindellati. La dignità, decisamente, è tutt’altra cosa.


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