Bce: rischi nel risanamento dell’Italia

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BERLINO — L’Italia ha fatto bene nel 2012, ma adesso ci sono rischi nel suo risanamento. Ed è imperativo che continui a rispettare l’impegno di non oltrepassare la soglia del disavanzo corrente di bilancio al 3% del Pil. Il monito della Banca centrale europea (Bce), lanciato ieri mattina nell’atteso bollettino mensile, non poteva essere più chiaro. E non è stato nemmeno il solo avvertimento, lanciato dalle voci più influenti dell’eurozona alla vigilia del vertice a 4 sul lavoro che si terrà oggi a Roma su iniziativa del presidente del Consiglio, Enrico Letta. Wolfgang Schaeuble, decano degli europeisti e superministro delle Finanze di Angela Merkel, pur elogiando Letta e gli sforzi italiani ha lanciato un chiarissimo avvertimento: scordatevi, e si scordi chiunque nell’eurozona, la speranza di poter scorporare investimenti per la crescita e l’occupazione dal computo complessivo di deficit e debito sovrani. Su questo sfondo, ieri il presidente della Bce Mario Draghi ha di nuovo difeso con energia la sua politica di annuncio di possibili acquisti sui mercati secondari di bond di paesi dell’eurozona in crisi, con liquidità illimitata, sotto esame della Corte Costituzionale tedesca. E’ una misura legittima per salvare l’euro e quindi il futuro di tutti, e non già un salvagente per gli Stati spendaccioni, ha detto.
Il bollettino mensile della Eurotower ha chiarito con parole più esplicite che mai prima negli ultimi tempi — forse anche tenendo conto del dibattimento alla Consulta tedesca a Karlsruhe — quali sono i problemi dell’Italia. Nel 2012, dice il rapporto, il nostro paese è stato uno dei soli 6 giudicabili virtuosi quanto al taglio di disavanzo e debito. Si è scesi molto, rispetto ai livelli da allarme rosso degli ultimi mesi del governo Berlusconi l’anno prima. Ma adesso guardando a presente e futuro le insidie sono di nuovo serie. Il punto centrale, per la Bce, per i mercati, per l’eurozona, è che l’Italia «si attenga col massimo rigore agli imperativi e obiettivi del percorso di moderazione del disavanzo… si tratta di una sfida cruciale, per il nuovo governo e per l’Europa». Tanto più sullo sfondo di prospettive che «restano al ribasso», e mentre lo spread continua a pesare sulle possibilità di credito delle aziende italiane e quindi sulla loro competitività, non solo sul debito sovrano.
E Schaeuble rincarava poi la dose. Conosco Letta, lo stimo, confido che continuerà sulla strada di Monti, dichiarava all’Ansa. Ma per poi aggiungere: «Attenzione, un calcolo degli investimenti fuori dal bilancio nazionale ritengo che sia la strada sbagliata». L’avvertimento dell’uomo-chiave di Berlino è chiaramente lanciato anche al vertice sull’occupazione di oggi a Roma. «E in Italia è decisiva per un forte e soprattutto duraturo effetto sulla crescita e sull’occupazione, un’ulteriore e veloce attuazione delle riforme strutturali», ha continuato. Eppure su un punto decisivo il superministro di Angela Merkel ha lanciato un segnale diverso: «L’alta disoccupazione giovanile in Italia », ha affermato, «è una sfida per tutti noi europei». Una sfida cui appunto in qualche modo bisogna rispondere, ora dice di capirlo appieno anche la leadership della prima potenza europea.


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