La rabbia di Blockupy nel cuore della finanza

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FRANCOFORTE. E’ durato cinque ore il duro braccio di ferro tra i manifestanti di Blockupy e la polizia tedesca. E si è concluso con una clamorosa figuraccia per il governo federale. Intorno alle tredici infatti, quando il corteo conclusivo della due giorni di iniziative contro le politiche della Troika e della Banca Centrale Europea partito dalla Baseler Platz, era arrivato alle spalle del teatro dell’Opera, di nuovo sotto l’Eurotower sede della Bce, è scattata la provocazione. Con il pretesto che alcuni manifestanti sarebbero stati «mascherati e con armi improprie», plotoni di agenti in assetto antisommosa si sono infilati in mezzo al corteo, nel tentativo di isolare il «blocco anticapitalista» dal resto del corteo. Nel mirino uno spezzone composto da oltre duemila attivisti, tedeschi della Interventionistische Linke e degli Autonome Antifa, italiani dei Centri sociali, belgi e francesi dei collettivi di precari e spagnoli di 15M, la parte più giovane e combattiva di un corteo di quasi trentamila persone e che sfilava per prima subito dopo una rappresentanza dei diversi movimenti, gruppi e organizzazioni della coalizione per Blockupy.
La reazione dei manifestanti è stata determinata: quelli del blocco radicale, circondati dalla polizia, hanno subito serrato le fila dei loro cordoni, proteggendosi dalle incursioni degli agenti con i «book block», gli scudi di invenzione italiana al loro debutto in Germania.
Ma immediata è stata la solidarietà di tutto il corteo: sia la testa che la coda, rimasta tagliata fuori dall’intervento della polizia, hanno deciso di fermarsi e sindacalisti dell’organizzazione indipendente Ver.di. e femministe, così come esponenti cattolici della cooperazione internazionale e militanti dei partiti della sinistra, hanno cominciato a protestare per l’atteggiamento dell’apparato di sicurezza.
Così la polizia si è ritrovata a sua volta circondata da migliaia di persone urlanti e l’intero centro di Francoforte bloccato da un corteo che si è trasformato in un gigantesco «occupy» delle piazze, dei giardini e delle strade intorno al grattacielo della Banca Centrale.
La pretesa degli agenti era quella di sciogliere la manifestazione e di perquisire e identificare tutti i partecipanti al «blocco anticapitalista». E’ cominciata una snervante trattativa tra un gruppo di contatto composto da dirigenti sindacali, parlamentari della Linke ed eletti locali anche di Verdi e Piraten e le autorità: il sindaco socialdemocratico Feldmann si dichiarava impotente ad agire e l’infelice gestione dell’ordine pubblico era nelle mani del ministro dell’Interno del Land Boris Rhein della Cdu.
Il maldestro tentativo del governo di consumare la propria vendetta contro quanti avevano osato, con successo, bloccare venerdì le normali attività della Bce e di riaffermare il proprio controllo sull’ordine pubblico nella capitale della finanza europea, portava dritto il dispositivo poliziesco in un vero «cul de sac».
Mentre dalle finestre del teatro dell’Opera artisti e impiegati solidarizzavano con i manifestanti circondati, calando dall’alto bottiglie d’acqua e generi di conforto, tutti i partecipanti alla piazza davano vita a decine di assemblee spontanee, un unico grande spazio pubblico di azione e di discussione politica sulla necessita’ e la possibilità di cambiare radicalmente questa Europa. Un’Europa, quella della cancelliera Merkel e del presidente Bce Mario Draghi.
Solo intorno alle 18 la polizia si è decisa ad intervenire. Prima allontanando il gruppo di contatto internazionale, poi strappando uno ad uno i manifestanti dai cordoni del blocco. Un’operazione lentissima, perché centinaia erano le persone da portare via e perché gran parte degli attivisti resisteva, passivamente e attivamente secondo tecniche della «disobbedienza civile» che ricordano da vicino quelle dei movimenti no-global del decennio scorso. Un’operazione ancora in corso mentre scriviamo e che sta coprendo di ridicolo la polizia federale e di vergogna chi ha la responsabilità politica di guidarla. Un’operazione oltretutto inutile, dal momento che tutti i manifestanti finora fermati, a cui viene messo in mano un «foglio di via» ciclostilato con l’intimazione a tenersi lontani dal centro storico di Francoforte, sono stati subito dopo rilasciati e si sono immediatamente ritrovati al campeggio autogestito di Rebstock.


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