Via dal Pd la consigliera anti immigrati
PRATO — La paura deve essere stata tanta per quella sorella minacciata da un ladro magrebino in camera da letto. Tanto da spingere Caterina Marini, 30 anni, renziana di ferro, consigliera di circoscrizione e membro della segreteria provinciale del Pd di Prato, ad accendere il computer e postare sul suo profilo Facebook un messaggio dai toni così razzisti da lasciare a bocca aperta amici, parenti e soprattutto i compagni di partito. «Che città di merda è questa. Extracomunitari ladri stronzi dovete morire subito», ha postato la Caterina furiosa facendo scatenare un pandemonio. Non solo perché adesso il suo partito la vuole processare e cacciare per quelle frasi «che violano i principi stessi di solidarietà e convivenza civile del Pd», ma perché in città dove gli extracomunitari sono ufficialmente 30 mila (soprattutto cinesi) e, si mormora, quasi il doppio gli «invisibili». La gente si è divisa e addirittura la Marini ha incassato la solidarietà molto scomoda di Forza Nuova, il gruppo di estrema destra.
Il problema è che la consigliera non pare essersi ravveduta, almeno completamente. E addirittura dopo aver lanciato il messaggio choc a chi le chiedeva se lei, già portavoce del partito e donna di mediazione, avesse avuto un colpo di sole per il gran caldo causato dall’anticiclone ha replicato secca e decisa con un altro post xenofobo. «Era un magrebino. Agile come un gatto. E datemi di razzista, non me ne frega niente. La gente ha solo discorsi».
In tanti hanno cercato di dissuaderla a continuare nel turpiloquio razzista, ma solo dopo qualche ora le frasi incriminate sono state tolte, ma non sono servite a spegnere le polemiche, che da Prato si sono spostate a Roma. Il capogruppo della Lega Nord al Senato, Massimo Bitonci, ha accusato il Pd di aver chiuso gli occhi davanti all’episodio di inaudita ignoranza. «Mi chiedo dove siano nascosti lo sdegno della Finocchiaro, la rabbia della Bindi, l’irritazione di Letta o l’ira di Franceschini — ha scritto il senatore — solitamente sempre pronti a puntare il dito di fronte ai passi falsi del prossimo, ma zitti e muti di fronte allo sproloquio osceno ed offensivo fatto oggi su Facebook da una consigliera del loro partito».
La reazione del Pd, a dir la verità, non si è fatta attendere troppo. Ed è stata il segretario del Pd pratese, Ilaria Bugetti, forse la campagna di partito più vicina alla Marini (era stata la sua portavoce), a dire che quelle affermazioni gravissime meritano espulsione dal partito. Certo, ci sarà una commissione che deciderà. «Ma secondo me con quelle dichiarazioni — ha ribadito Ilaria Bugetti —. Caterina è di fatto fuori dal Partito democratico e i motivi mi sembrano chiari: le sue parole violano i nostri principi fondanti che da sempre si rispecchiano nell’anti-razzismo, nella non-violenza e nel rispetto della convivenza. Così ho chiesto una decisione del partito».
Gli unici, per ora, ad esprimere solidarietà alla consigliera democratica sono stati gli esponenti di Forza Nuova. Che, in una nota (che ha provocato nel Pd nuovi imbarazzi e mal di pancia), hanno scritto di non poter che «essere solidali con la consigliera pratese e con la sua famiglia per il grave episodio che ha colpito la sorella e capiamo benissimo che quanto scritto su Facebook è stato uno sfogo esternato in un momento di particolare rabbia e paura».
Marco Gasperetti
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