I «virtuosi» e gli «spreconi» La restituzione della diaria fa litigare i Cinquestelle

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La comunicazione interna diretta ai parlamentari a 5 Stelle, una sorta di decalogo intitolato «Istruzioni per evitare un nuovo caso diaria», è l’indice di una paura e il tentativo di porre rimedio a un possibile effetto boomerang: perché, nel clima turbolento e ancora non del tutto pacificato dei gruppi, la diffusione dei dati personali, con la cifra individuale sui rimborsi, può scatenare l’ennesima caccia alle streghe, tra i virtuosi della rendicontazione e gli «spreconi» o presunti tali. Per questo, lo staff invita a evitare la guerra intestina e a lasciare qualche, eventuale, lapidazione a quell’implacabile plotone di esecuzione che è la Rete. Chi è invece già sottoposto al gioco al massacro è il deputato Alessio Tacconi, «lo svizzero», che si rifiuta di restituire diaria e indennità, giustificando le spese elevate con il costo della vita di Zurigo, dove abita con la moglie. Per lui i giorni sono contati.

La somma ancora non è stata fatta, è questione di ore, ma l’ammontare si annuncia ingente: oltre un milione di euro, forse un milione e 200 mila euro. Tutti soldi che i parlamentari a 5 Stelle hanno bonificato in un conto e che apparirà nel gigantesco assegno simbolico che verrà esposto il giorno del «Restitution day». Slittato ormai molte volte («per difficoltà pratiche con le banche», giurano dalla comunicazione) sarà giovedì: prima una conferenza stampa e poi la cerimonia davanti a Montecitorio (assente, pare, Grillo).

Prima di allora, l’ufficio comunicazione renderà noto l’ammontare complessivo dei bonifici, con il risparmio in percentuale. E il blog di Beppe Grillo dettaglierà i conti dei singoli parlamentari (a cui è stato «vietato» di pubblicare i dettagli su Internet), entrando nello specifico delle macrocategorie (affitto, vitto, trasporti etc). Difficile pensare che non si chieda conto delle differenze nei bonifici, che già appaiono ingenti. La senatrice più parsimoniosa pare essere Giovanna Mangili, che si dimise (per una lite locale) poco dopo l’elezione e che però è rientrata, visto che le dimissioni furono respinte: 25 mila euro la somma restituita. Pari a zero, invece, la diaria restituita da Tommaso Currò, noto per le sue posizioni critiche. Non per protesta o perché sia particolarmente scialacquatore, ma semplicemente perché ha dovuto anticipare la caparra e pagare l’agenzia immobiliare. Tra i più virtuosi, ci sono i romani, come Alessandro Di Battista, che hanno già casa. Luigi Di Maio ha restituito 11 mila euro.

Il fatto che tutti, Tacconi a parte, abbiano ottemperato il loro dovere a 5 Stelle, non vuol dire che tutto vada bene. Perché altri parlamentari sono pronti a uscire: «Del resto — spiega il capogruppo Nicola Morra — lo stesso Grillo aveva calcolato che avremmo perso un 10-15 per cento di parlamentari. Se calcoliamo il 10 per cento, sono 16 parlamentari». Ne mancano, insomma, una decina. All’assemblea dei senatori, in diretta streaming, si è assistito allo sfogo di Elena Fattori: «Non sto tranquilla», ha detto, riferendo la sua inquietudine all’uscita della senatrice Paola De Pin.

Insolitamente positiva, invece, Serenella Fucksia, che in passato non ha lesinato critiche: «Uscite in vista? Ma io veramente so di gente che vuole entrare. Con tutti i nostri difetti, e di difetti ne abbiamo, mi sembra che possiamo ancora crescere. La diaria? Non vorrei che il Movimento venisse ricordato perché ha restituito dei soldi, ma perché ha migliorato la vita della gente».

Posizione ragionevole. Che fa a pugni con i pasdaran sempre pronti a cavalcare l’ortodossia. Ma l’occasione del «Restitution day» è troppo ghiotta per non coglierla. Poter affrontare gli italiani e raccontare che i parlamentari a 5 Stelle, unici in tutta la storia della Repubblica, hanno restituito denaro, e non un euro ma oltre un milione, è una mossa propagandistica non trascurabile, che non va oscurata da polemiche. Anche per questo continuano i corsi di comunicazione: l’altro ieri un gruppo di parlamentari (tra i quali Paola Taverna) è tornato a Milano, da Gianroberto Casaleggio, a lezione di comunicazione tv.

Intanto, però, i rapporti con il piccolo schermo continuano a non essere buoni. Quattro deputati — Massimo De Rosa, Claudio Cominardi, Giorgio Sorial e Maria Edera Spadoni — avevano dato la loro disponibilità per partecipare a Iceberg , su Telelombardia. Ma sulla loro presenza è arrivato il veto della comunicazione. Perché i quattro avevano concordato la partecipazione con Daniele Martinelli, che nel Movimento ha compiti solo da videomaker. E che, spiega Rocco Casalino, «non ha l’autorità per decidere queste cose. Abbiamo bloccato tutto perché non ne sapevamo nulla». Una «vicenda imbarazzante per i 5 Stelle», commentano dall’emittente.

Alessandro Trocino


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