Contratti, modello Expo oltre la Lombardia Rebus Iva tra tagli di spesa e anticipi

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Mentre si è svolta regolarmente quella organizzata per parlare di export, a cui contribuiscono il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato e quello degli Esteri Emma Bonino.

Il nuovo incontro su lavoro e Iva potrebbe essere riconvocato nei prossimi giorni, o addirittura essere accorpato a quello del 18, giorno in cui si sarebbe dovuto discutere di Imu. Eventualità questa meno probabile, fanno sapere dal ministero del Tesoro, per evitare l’«affollamento» dei temi caldi del momento. Temi che, ha ricordato ieri il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, devono essere rimossi «al più presto dal dibattito politico» perché stanno diventando una «fonte di incertezza e di apprensione per le famiglie, i risparmiatori, gli investitori». La linea tracciata è quella ribadita più volte: trovare «soluzioni ampiamente condivise». Strada che sembra sempre più complicata da seguire, alla luce degli ultimi eventi. Nella caccia al miliardo che serve a coprire il mancato introito dell’aumento dell’Iva, il governo era orientato ad agire sulla revisione delle entrate, puntando sull’aumento degli acconti fiscali.

Ma le proteste stanno facendo orientare via XX Settembre verso tagli della spesa pubblica: «Un’operazione possibile, ma difficile e non indolore», ha precisato Saccomanni. Insomma, ovunque si tagli, c’è da aspettarsi la reazione di chi ha subìto i tagli. Come i produttori di sigarette elettroniche, che l’altro giorno sono scesi in piazza per protestare contro la tassa annunciata. «Stiamo chiedendo al ministro dell’Economia — sintetizza il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri — di trovare miracolosamente una certa cifra, non è facile». Tanto più che le scadenze incalzano: venerdì alle 18 è il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto legge sull’occupazione giovanile e l’Iva nelle commissioni Finanze e Lavoro del Senato, e la discussione a palazzo Madama è già calendarizzata dal 22 al 26 luglio.

Sull’Imu bisogna decidere entro agosto, ma c’è da tener conto della pausa estiva. Per ora in campo resta l’idea della cancellazione totale dell’imposta sulla prima casa, caldeggiata dal Pdl, e quella della rimodulazione voluta dal Pd, magari alzando la franchigia a 600 euro. Un’ipotesi che, sottolinea la Cgia di Mestre, porterebbe la platea dei proprietari che beneficiano dell’esenzione all’ 85% del totale. La possibilità di accorpare Imu e Tares, che avrebbe potuto mettere d’accordo le due parti, è stata bocciata ieri dal ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. E intanto si è aperto un altro fronte: quello dei contratti senza causale per tre anni in vista dell’Expo di Milano, slegati dalla contrattazione collettiva. Il presidente della commissione Lavoro al Senato Maurizio Sacconi li sponsorizza, ma i sindacati si sono ribellati. E lo stesso governo sembra disponibile ad accogliere la possibilità di contratti acasuali, ma senza escludere i sindacati.

Valentina Santarpia


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