Da Berlino a Sigonella, il pasticcio dei droni

by Sergio Segio | 23 Luglio 2013 7:25

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BERLINO — Una disfatta tedesca. E forse non solo. A Berlino ieri si è aperta l’inchiesta parlamentare sull’affaire Eurohawk, ossia sul grande programma militare che doveva dotare la Germania di droni. E invece è finita con la cancellazione, due mesi fa, dell’intero piano e la perdita di 600-800 milioni di euro. Nonché, ieri, con la messa sotto accusa del ministro della Difesa, Thomas de Mazière, uno dei più stimati collaboratori di Angela Merkel. Serviranno sei udienze, e 19 testimoni, per capire se l’ormai ex «cancelliere di riserva», come De Mazière veniva chiamato, non ha sottovalutato i segnali di crisi. O se non poteva intervenire prima.

Ma la partita non è tutta tedesca. Potrebbe coinvolgere, da quanto scrivono i giornali, anche la Nato e l’Italia. La Germania, infatti, parallelamente al proprio abortito programma nazionale, è anche membro dell’Alliance Ground Surveillance (AGS). Un programma di punta della Nato che prevede di installare a Sigonella — dove già c’è una base di droni americana, fondamentale affaccio Usa nel Mediterraneo — entro il 2018 cinque Global Hawk. Velivoli senza pilota, «fratelli» dell’Eurohawk tedesco, prodotti sempre dalla compagnia americana Northrop Grumman, ma con una diversa dotazione tecnologica.

In Germania, tuttavia, sono in molti a chiedersi se anche il programma Nato (di cui Berlino con oltre 430 milioni è un grande finanziatore), non rischia di fare l’ingloriosa fine dei droni domestici o se abbia ancora senso per Berlino confermare il suo appoggio al piano Nato.

La Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung (Fas), in una lunga inchiesta, riporta i timori di molti diplomatici Ue a Washington che i costi possano esplodere. Ma soprattutto, sostiene che anche i Global Hawk potrebbero avere i noti problemi di autorizzazione al volo. E’ stata proprio l’autorizzazione, mai arrivata, ai droni tedeschi a solcare gli spazi aerei domestici fuori dei corridoi riservati (in rispetto alla rigida regolamentazione Ue), che ha fatto naufragare le ambizioni militari di Berlino.

E i Global Hawk Nato di Sigonella? Qui l’autorizzazione spetta all’Italia. Ma qualche cattiva avvisaglia c’è già. Sempre secondo la Fas, in una nota del 2 giugno la Bundeswehr registra le difficoltà delle autorità italiane. Roma si sarebbe lamentata con il produttore Northrop Grumman sulla natura e completezza della documentazione resa disponibile. Non solo. Le autorità italiane l’avrebbero anche rimandata indietro. E nell’ultima riunione degli azionisti a marzo, l’Italia ha criticato «la qualità della documentazione e la trasparenza dei materiali inviati» (necessaria per valutare l’autorizzazione, ndr).

Corrono troppo, in Germania, gli avversari dei droni? C’è davvero il rischio che anche i velivoli senza pilota Nato di Sigonella siano un flop, e che l’Italia sia costretta a una difficilissima partita tra interessi contrapposti? Ieri, di fronte alle rivelazioni, il ministero della Difesa tedesco è corso ai ripari. «I Global Hawk e gli Eurohawk sono velivoli del tutto diversi», ha detto un portavoce. «Inoltre, la procedura di autorizzazione è nazionale, e quella di Italia e Germania divergono molto». Fino a due mesi fa, però, la Germania non aveva fatto parola con gli alleati dei suoi dubbi. E c’è chi ricorda che anche le iniziali difficoltà dei suoi Eurohawk sembravano quisquiglie.

Mara Gergolet

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