FAST FOOD LA RIVOLUZIONE VEGETARIANA

by Sergio Segio | 13 Luglio 2013 8:04

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Assomiglia a un hamburger ma non è carne. Il fast food cambia e si mette al passo con nuove filosofie di vita. Bocconcini di pollo senza pollo, hot dog realizzati con soia e altre proteine vegetali. La ristorazione veloce per vegetariani è la nuova moda tra i parigini che non hanno tempo. Nella capitale si corre, tutti hanno fretta, e nonostante il “pranzo gastronomico francese” sia stato inserito nel patrimonio immateriale dell’Unesco, sembra che nessuno abbia più tempo per sedersi tranquillamente a tavola. I locali che vendono cibi pret-à manger rappresentano ormai un fatturato complessivo pari a 34 miliardi di euro, ovvero più della metà (54%) del totale della ristorazione.
La Fast Food Nation insomma è la Francia, che tra l’altro rappresenta il secondo mercato al mondo per McDonald’s. Qui si consumano oltre 2mila miliardi di panini ogni anno, con una predilezione per un classico nazionale: la baguette “jambon-fromage”, prosciutto cotto e formaggio, è il 62% del totale di sandwich venduti. Non tutto ciò che è veloce, però, fa male. O almeno così sostengono i promotori dei fast food vegetariani, rivisitando il concetto del locale take away.
Un anno fa ha aperto “East Side Burgers”. Insegna e arredo in stile americano, con classico menù: scelta tra quattro tipi di hamburger e patatine fritte. Carnivori astenersi. Il fast food vegetariano dell’undicesimo arrondissement è già un successo. Così come “Mob” che aveva aperto non lontano da qui, nel terzo arrondissement, ed è stato costretto dalla troppa clientela a cercarsi una sede più capiente. Da qualche giorno, “Mob” ha inaugurato i suoi nuovi locali nel tredicesimo arrondissement, presso la Città della moda e del Design affacciata sulla Senna e che, guarda caso, è tutta verde. “Mob” è un fast food vegano: oltre a non usare carne e pesce, le pietanze sono senza grassi animali. Nel cheeseburger, per intendersi, c’è un formaggio fatto con latte vegetale.
L’ideatore è Cyril Aouizerate, imprenditore cosmopolita di Tolosa, già autore degli alberghi trendy e low cost Mama Shelter, nel quartiere popolare Bagnolet a Parigi e poi a Marsiglia. Il primo “Mob” è stato aperto a New York, l’acronimo significa infatti “Maimonide of Brooklyn”. Anche qui una selezione di pochi panini tutti rigorosamente a base di proteine non animali. Secondo Aouizerate il fast food vegano è in qualche modo “universale”: si addice anche a chi mangia halal e kosher. Un altro storico
ristorante vegetariano della capitale, Bob’s Kitchen ha aperto una succursale, Bob’s Juice Bar, per la ristorazione veloce. Anche Loving Hut, che si rivendica 100% vegano, propone dei piatti take away, tra cui hamburger, spiedini e cotoletta panata.
D’altronde ormai con le proteine vegetali si riescono a fabbricare cibi che sembrano uguali a quelli dei carnivori: a Parigi c’è persino un cinese vegetariano, Tien Hiang, nel quale si servono zuppe di (finti) gamberetti. Certo, per adesso, si tratta di una nicchia di mercato. Ma in aumento.

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