Fecondazione assistita, il calo dei gemelli

by Sergio Segio | 25 Luglio 2013 8:11

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È la prima volta che il fenomeno si verifica dall’anno di entrata in vigore della normativa, nel 2005. Da allora le strutture che si dedicano a queste metodiche hanno l’obbligo di comunicare i risultati dell’attività al registro del ministero, presso l’Istituto Superiore di Sanità. Le strutture pubbliche, in netta minoranza (4 su 10, dislivello accentuato al sud) non sono bastate per accogliere con ticket molto più calmierati chi avrebbe voluto allargare il nucleo familiare con la presenza di un bebè. Qui infatti le liste di attesa sono a volte insostenibili.
A tale proposito nella relazione salta agli occhi un altro dettaglio. È aumentata ancora l’età media delle aspiranti mamme che, condizionate da diagnosi di sterilità, hanno fatto ricorso alle tecniche che dovrebbero agevolare la procreazione. Dai 36,3 anni del 2010 al 36,5 del 2011. Dopo i 35 le percentuali di successo calano drasticamente per ridursi a percentuali molto basse verso i 40. Anche questo fattore avrà probabilmente determinato l’abbassamento delle nascite. In compenso sono calati i parti trigemini (meno 1,4%), effetto positivo, segno di una maggiore attenzione degli specialisti prudenti.
Ed è da considerare un effetto delle sentenze di tribunali e Corte di Cassazione, intervenute sulle regole approvate nel 2004, il nuovo aumento di embrioni congelati. Conseguenza del fatto che è sfumato il limite di non crearne più di tre per volta. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nell’introduzione insiste sull’importanza della prevenzione dell’infertilità che «assieme a una diagnosi adeguata e l’informazione corretta alle coppie, a partire dai giovani, oltre allo sviluppo della ricerca scientifica costituiscono un vantaggio per la salute femminile».
Pone l’accento sul calo di parti nelle donne di più bassa età dal punto di vista procreativo Filomena Gallo, segretario associazione Luca Coscioni: «È forse dovuto a una politica cauta di trasferimenti embrionari per evitare gravidanze a rischio. Sarebbe utile avere dati per singoli trattamenti». Per Eugenia Roccella, deputata di Scelta Civica, il calo delle nascite e l’aumento degli embrioni sono dati negativi «il primo sorprendente, il secondo previsto».

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