Finalmente sbloccati i 300 milioni del Fondo sociale nazionale

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ROMA – Le spese sociali diventano “prioritarie” al pari di quelle per la sanità e i trasporti. E’ grazie a questa sorta di artificio che ieri sono stati sbloccati i 300 milioni del Fondo nazionale per politiche sociali del 2013, destinato ad essere ripartito tra le regioni. Lo sblocco è avvenuto attraverso un  emendamento al disegno di legge di conversione in legge del D.L. 76/2013 (pacchetto lavoro) presentato dal governo. Il decreto legge prevedeva infatti che fossero da considerare prioritarie sono le spese sanitarie e per i trasporti, ma l’emendamento ha aggiunto anche quelle sociali, “liberando” così una somma particolarmente attesa dagli enti locali e sulla quale nelle scorse settimane si erano addensate molte preoccupazioni.     A causa di una norma del D.L. 174 del 2012, spiega una nota della Conferenza delle regioni, il Fondo risultava infatti bloccato per una quota pari all’80% del totale. “Gia’ a febbraio  – ha spiegato il presidente Vasco Errani  esprimendo la propria soddisfazione -segnalammo al Governo la situazione paradossale di un Fondo che risultava bloccato dalle norme del Decreto Spending review, quando c’era stata già un’Intesa su riparto di tali risorse, peraltro ancora insufficienti, in sede di Conferenza Unificata il 24 gennaio. Ora mi auguro che si possa contare su una rapida emanazione dei decreti di erogazione”.     Si tratta, ha aggiunto l’assessore Lorena Rambaudi, che coordina la Commissione Politiche sociali per la Conferenza delle Regioni, di “300 milioni relativi ad un Fondo indistinto che servira” a finanziare servizi fondamentali, penso soprattutto a quelli relativi ad asili nido, servizi per la prima infanzia, assistenza domiciliare e sostegno al reddito, in relazione alle singole programmazioni regionali. Con queste risorse sarà possibile evitare di chiudere servizi importanti soprattutto per le fasce piu” deboli della popolazione”. La stessa Rambaudi spiega che 5 dei 300 milioni sono stati stralciati per coprire le spese già sostenute da vari enti locali per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati.(DIRE)


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