Il Papa: riorganizzare la Curia per stare al passo con i tempi

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ROMA — «Perché non parlo dell’aborto o delle nozze gay?». Semplice, perché «non è necessario: la posizione della Chiesa su questi temi è già chiara». Con un tratto di penna — e pochissime parole — papa Francesco ha archiviato anni di appelli sui temi etici. Il suo accento è stato posto su altri aspetti: l’inclusione, la misericordia, l’accoglienza, in particolare degli ultimi, dei diseredati. E, clamorosamente, i gay. Un «callejero», uno che cammina per strada, si è autodefinito ricordando che quand’era a Buenos Aires amava camminare in città. Ma Bergoglio è allo stesso tempo un Pontefice che cammina, con determinazione. Verso la riforma della Curia («Già molti documenti sono arrivati e dopo quella di ottobre ci saranno altre due o tre riunioni prima della decisione definitiva») e ritiene che monsignor Nunzio Scarano finito in carcere debba essere «punito» dalla Chiesa. 
La dirompente novità — rispettosa della tradizione e della dottrina — così evidente nelle parole e nei gesti di papa Francesco nei confronti degli omosessuali, viene messa in evidenza dall’Osservatore Romano. «Si può cambiare tutto senza cambiare le regole di base, quelle su cui si è costruita la tradizione cattolica: questa è la sua posizione anche sugli omosessuali», spiega l’Osservatore Romano. «L’esempio di Pietro, che tradisce Gesù e poi viene “fatto” Papa è di una chiarezza lampante — scrive Lucetta Scaraffia — che in un baleno toglie valore a tutte le lettere di denuncia, i sospetti, i veleni che stanno girando nel mondo ecclesiastico dopo l’accenno alla “lobby gay”. E ricorda a tutti che il cristianesimo ha sempre distinto fra condanna del peccato e misericordia verso il peccatore, e che non è un rigido puritanesimo senza cuore».
Ma nella sua prima intervista, alla tv brasiliana Rede Globo, rilanciata ieri dalla Radio Vaticana, Bergoglio affronta a viso aperto anche i nodi «di governo». E i messaggi sono altrettanto chiari. «La Curia deve essere riformata per stare al passo con i tempi, serve più semplicità». Come è stato chiesto dai cardinali di tutto il mondo nelle Congregazioni Generali prima dell’elezione del 13 marzo scorso. «Ci sono — ha spiegato Francesco — cose che erano utili nel secolo passato, altre epoche, altri punti di vista, che adesso non servono più e devono essere riorganizzate». Francesco ha anche rivelato: «Sono già arrivati molti documenti», e ha anticipato che alla riunione di ottobre, ne seguiranno altre due o tre, prima di qualsiasi decisione «definitiva». «La riforma della Curia è cosa molto seria», ha osservato, e le proposte «devono essere maturate».
Ancora una volta, il Papa non si è mostrato tenero con gli scandali delle finanze che hanno coinvolto lo Ior. Dice chiaro e tondo di monsignor Nunzio Scarano: «Bel favore che ha fatto questo signore alla Chiesa! Riconosciamo che si è comportato male, la Chiesa lo deve punire nella forma giusta perché agiva male». Un’altra decisione del papa che si è rivelata mediaticamente vincente: la novità della conferenza stampa solo nel viaggio di ritorno. 
M. Antonietta Calabrò


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