Siria, cinquemila morti al mese La guerra che non finisce mai
NEW YORK – Sono cinquemila i siriani che muoiono ogni mese in Siria, in un conflitto tanto sanguinoso, quanto ancora lontano da una seppur minima tregua. Il dato è stato riferito al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito proprio sulla crisi siriana, da Ivan Simanovic, vice-segretario generale delle Nazioni Unite, uno dei responsabili per i diritti umani del Palazzo di Vetro. “Il tasso estremamente alto di morti – ha detto – testimonia il drammatico deterioramento del conflitto”. Le difficoltà di aiutare i profughi. Nello stesso tempo, la situazione degli oltre 1,8 milioni di rifugiati siriani continua ad essere la peggiore crisi umanitaria dal genocidio del Ruanda del 1994. Ad affermarlo è l’Alto Commissario dell’Onu per i Rifugiati, Antonio Guterres. Valerie Amos, sottosegretaria per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, ha lanciato un appello affinché venga concesso un passaggio sicuro per i convogli umanitari e il cessate il fuoco, quanto meno durante il periodo del Ramadan.
Il racconto di 8 adulti e un bambino “giustiziati”. Nove siriani, tra cui un bambino, sarebbero stati “giustiziati” dalle forze del regime del presidente Bashar al-Assad a un checkpoint nella provincia di Damasco. Lo hanno riferito gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. L’episodio, si legge sulla loro pagina Facebook, è avvenuto ieri sera a Qara, nei pressi della città di Qalamun. Un video girato dagli attivisti, la cui autenticità non può essere garantita, mostra i corpi delle presunte vittime della strage, coperti parzialmente con un telo di plastica e stesi su un pavimento bianco di una stanza. Secondo l’Osservatorio, i nove sarebbero stati uccisi con colpi d’arma da fuoco alla testa o al petto.
Un patrimonio distrutto. L’Unesco ha provveduto ad annunciare i danni subiti dal Krac dei Cavalieri – la Fortezza dei Curdi, un presidio militare siriano, nei pressi di Homs, considerato il castello medievale per eccellenza d’età crociata, uno dei siti del patrimonio mondiale. I due castelli che formano la fortezza, situata nell’ovest del paese, sono “esempi eccezionali dell’architettura corciata della regione, che si è sviluppata fra l’11° e il 13° secolo”, ha fatto sapere la direttrice generale dell’Unesco Irina Bokova. Nel corso della sessione del comitato del patrimonio mondiale, che si è tenuta in Cambogia a giugno, i sei siti del patrimonio mondiale siriano sono stati iscritti sulla lista dei patrimoni in pericolo. “Distruggere l’eredità del passato, prezioso per le generazioni future – ha detto Irina Bokova – non fa che accentuare la spirale dell’odio e della disperazione, indebolendo sempre di più i fondamenti della coesione della società siriana”.
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