Mattarellum, la Camera accelera Letta: bene, ora responsabilità

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ROMA — Alla vigilia della sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi che potrebbe mutare il quadro politico, la Camera approva la procedura d’urgenza per l’esame della legge elettorale. La decisione è stata presa all’unanimità dalla conferenza dei capigruppo. Ciò significa che si riducono da due a uno i mesi di discussione e il nuovo sistema di voto sarà esaminato in commissione a settembre per poi passare in Aula per il voto finale a ottobre, prima che la Corte costituzionale si pronunci sul Porcellum. «Ottima procedura d’urgenza decisa dalla Camera per la legge elettorale. Ora ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità. Io sono no Porcellum», scrive su Twitter il premier Enrico Letta. «Soddisfatto» anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Aggiunge il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello: «Ho sentito Letta e Franceschini, non c’è alcun problema. Fin da Spineto il governo ha affermato che la legge elettorale si fa con le riforme, ma sarebbe bene che le forze parlamentari correggessero il Porcellum senza aspettare la Consulta». Quagliariello poi puntualizza: «È evidente che l’iter che si avvia in Parlamento è coerente con il programma del governo nella misura in cui l’urgenza riguarda la correzione delle criticità evidenziate dalla Corte costituzionale e dalla Cassazione».
La questione era stata sollevata dal Pd che ha accolto e fatta propria l’iniziativa di alcuni deputati, primo tra tutti il renziano Roberto Giachetti («Che meraviglia questo coro di entusiasmi per l’urgenza. Se non sono troppo prepotente e intempestivo domando: dove eravate due mesi fa?» si domanderà più tardi con tono sarcastico su Twitter), di presentare un progetto di legge per reintrodurre il Mattarellum.
L’improvvisa accelerazione fa storcere il naso ad alcuni esponenti del Pdl. L’intesa all’interno del governo, viene fatto notare, era che si procedesse con una «clausola di salvaguardia» per mettersi al riparo da una più che certa bocciatura del Porcellum da parte della Consulta, lasciando però la definizione del nuovo modello elettorale al termine del processo di revisione costituzionale in modo da rendere coerente le norme con il riordino istituzionale fatto. Nonostante le puntualizzazioni del ministro pidiellino, Fabrizio Cicchitto, presidente della commissioni Esteri, solleva più di una domanda. «Il fatto — argomenta — che il Pd chieda la procedura d’urgenza per l’approvazione vuole dire che lo stesso Pd ha un gran fretta a fronte dell’ipotesi fino ad ora affermata che il governo Letta duri i famosi 18 mesi». Ed ecco il passaggio sul quale l’esponente del Pdl richiama l’attenzione perché il momento gli appare sospetto: «La scelta del giorno per avanzare questa richiesta apre ulteriori interrogativi». Interrogativi analoghi se li pone Francesco Paolo Sisto, presidente della commissioni Affari costituzionali di Montecitorio, entrando in dettagli squisitamente giuridico-istituzionali. «Se si avvia un percorso rapido verso una nuova legge elettorale vuol dire avere una mancanza di fiducia nell’investimento delle riforme». Con il Porcellum non si può tornare al voto, afferma Sisto, «quindi è necessario modificare la legge elettorale che però va tarata su un nuovo modello. Se noi anticipiamo è come se andassimo a dare un vestito a un soggetto che ancora non abbiamo plasmato e scelto. È insomma una grande mozione di sfiducia al percorso delle riforme che ne risulta clamorosamente svuotato».
In ogni caso, quella sulla legge elettorale non è la sola accelerazione impressa, altre sono state decise lasciando così intendere che il cammino della maggioranza di larghe intese non incontra ostacoli. Il calendario fissato dalla capigruppo di Montecitorio prevede infatti che il ddl che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti approdi in Aula domani per la discussione generale, mentre il voto finale è previsto tra l’8 e il 9 agosto. Lunedì 5 agosto l’Aula affronterà poi la discussione generale sulle norme contro l’omofobia e sulla diffamazione a mezzo stampa. Lo scrutinio finale su entrambi i testi è stato anch’esso fissato tra l’8 e il 9 agosto.
Lorenzo Fuccaro


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