«Mandateci libri» E una marea di carta inonda Lampedusa

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L’isola dei Fenici, degli avi del «Gattopardo», dei dammusi e dei libri che non si trovano. Così, cinque giorni fa, la Rete ha rilanciato un messaggio del sindaco Giusi Nicolini che si era sfogata su Facebook: «Voi ci vivreste in una città dove non è possibile comprare libri? Non ci credo! Quindi se avete libri che non leggete o avete già letto e di cui volete sbarazzarvi, mandateceli».
È stata questione di qualche ora. Su Twitter l’hashtag #Lampedusalegge ha subito raccolto centinaia di reazioni e adesso una Nicolini raggiante racconta: «Stanno arrivando migliaia di volumi, dall’Italia e dall’estero. Si mobilitano gli scrittori: mi hanno detto che Roberto Saviano è già intervenuto. Ma anche case editrici, politici e cittadini comuni. Spesso, prima di inviare il pacchetto con i volumi, si fanno una foto e la postano su Internet. Grazie davvero a tutti».
Un fiume di carta che si è mosso quasi solo grazie ai social network. Tweet di vario tipo, da quello di Simone Luperti: «Bando alle ciance: ho spedito miei libri oggi!» a quello di Barbara Sgarzi: «Magari a settembre vengo a portarveli di persona». Molte le case editrici che si stanno attrezzando, da Chiarelettere a Giunti fino alla protestante Claudiana; anche la presidenza della Repubblica (nonché l’Assemblea regionale siciliana) interverranno con un fondo economico e con dei testi; pronte tante associazioni, persino il Grande Oriente d’Italia ha aderito, per non parlare di blogger (per esempio Mitì Vigliero) e librerie come la palermitana Modus Vivendi. La politica si muove senza barriere di colore ideologico, da Nichi Vendola, che ha «retwittato» l’appello del sindaco, a Stefania Craxi, la quale ha contattato il Comune. I libri giungono pure dall’estero, dal Brasile al Canada alla Corea e in questo è forte il contributo di Ibby (International Board on Books for Young People) Italia: si punta a realizzare una biblioteca per ragazzi e, in particolare, una sezione per i figli dei numerosi immigrati, spesso costretti a rimanere a lungo sull’isola. Si pensa a dei «silent book», libri senza parole ma con storie illustrate. Bionda, energica ma gentile, eletta nel 2012 sindaco («sindaca» dice lei) di Lampedusa e Linosa con una lista civica, Nicolini racconta un dettaglio intimo significativo: «Oggi è più facile, grazie ai tablet, scaricare volumi e leggere. Ma io ricordo una giovinezza trascorsa a rileggere gli stessi libri, per la scarsa reperibilità. Siamo stati dei “rilettori”. Certo, non dico che sia impossibile trovarli, ma se non li hai a portata di mano, la curiosità, specie nei giovani, si atrofizza. Noi vogliamo che le nuove generazioni crescano amando romanzi, saggi, poesie e che possano trovarli facilmente, disporre di luoghi dove scoprirli. Ebook a parte». Ma dove andranno a finire le migliaia di testi che stanno arrivando? «Bisognerà pensarci — dice il sindaco —: i locali, la manutenzione, lo so. E lo faremo. Per adesso, che arrivino i libri». Che le pagine inondino l’isola: basta inviarli al Municipio, in via Cameroni, 92010.


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