Zingaretti lancia il suo progetto «Ma io non scendo in campo»

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ROMA — Zingaretti sì, Zingaretti no. Il governatore del Lazio si lancia nella politica nazionale, oppure aspetta il prossimo giro? Un’anticipazione del Foglio rilancia i dubbi di una parte del Pd. Zingaretti, infatti, sta lavorando a un suo documento — la base per una rete o una sorta di «Big bang», come l’iniziativa legata a Renzi — scaturito dalla considerazione che «nel Pd c’è un gioco al massacro: le identità dei gruppi valgono di più del soggetto unitario». Il presidente, «allievo» di Goffredo Bettini, guarda in alto: sei punti, una quarantina di pagine, l’idea di «un partito che sia utile alla comunità di cui fa parte». Un programma da leader, che potrebbe far pensare ad un impegno nel congresso in chiave anti Renzi. Ipotesi che lo stesso Zingaretti continua a smentire: «Escludo — fa sapere — nella maniera più assoluta ogni mio coinvolgimento nella politica nazionale. I miei atti e comportamenti da quando sono presidente del Lazio sono lì a testimoniarlo».
Il governatore è in vacanza, con la famiglia, in Trentino. Ma il suo atteggiamento, negli ultimi tempi, appare chiaro: niente talk show (nonostante i ripetuti inviti), niente interviste o dichiarazioni di carattere politico, impegno sulle emergenze regionali, dalla discarica dei rifiuti vicino al Divino Amore alla sanità. Però, come confermano i suoi uomini, «Zingaretti resta anche un uomo politico» e come tale «lascia alzate le antenne». Lo ha fatto sempre, anche quando era alla Provincia, attraverso fondazioni, pensatoi, think tank. Un modo per non perdere di vista alcuni temi, per non rimanere fossilizzato solo sugli aspetti amministrativi. Tanto più adesso, che a Roma c’è un sindaco di centrosinistra — Ignazio Marino — che con le sue iniziative sta attirando l’attenzione dei media e rischia di prendersi la regia politica della città. Zingaretti, allora, che è stato eletto alla Regione meno di sei mesi fa, per ora dice di non pensare alla segreteria del Pd o alle vicende nazionali. Però si guarda intorno, visto che la situazione — anche dopo la nota di Napolitano che sembra «blindare» il governo Letta — è molto fluida.
E se scendesse davvero in campo? Gianni Pittella, uno dei candidati alla segreteria, lo esclude: «Ci ho parlato, non mi ha detto nulla del documento e ha escluso di pensare al congresso. Certo che Nicola ha la stoffa per fare il leader nazionale, ma credo che ci si dedicherà dopo l’esperienza alla Regione». Matteo Renzi, negli Stati Uniti, tace. Gianni Cuperlo, visto come il principale competitor del sindaco di Firenze, parla di «stima profonda in Zingaretti, per il suo stile, per il lavoro che sta facendo. Se darà un contributo al congresso del Pd sarà preziosissimo». Si aspetta il suo appoggio? «Non spetta a me dirlo». A punzecchiare Zingaretti ci pensa Francesco Storace (La Destra) dal sito del Giornale d’Italia : «Mentre si occupa delle componenti del Pd, il governatore dovrebbe occuparsi di sanità dove il disavanzo è cresciuto, spiegare le nomine ai suoi amici e il perché in Regione c’è un gruppo composto dagli eletti del suo listino. Mi permetto di suggerirgli di rinviare la sfida a Renzi».
Ernesto Menicucci


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