La Bonino: rischio di “deflagrazione mondiale”
ROMA — Il governo italiano ieri pomeriggio aveva già ricevuto dagli americani un’anteprima dei rapporti dell’intelligence sull’uso dei gas da parte del regime di Assad quando Emma Bonino si è fatta intervistare da SkyTg24.
E per la prima volta il ministro degli Esteri ha scelto toni drammatici, continuando ad allargare il solco politico che divide l’Italia dagli Usa in questa fase della guerra in Siria. In caso di un intervento militare «si rischia una deflagrazione mondiale, la Siria reagirà e dobbiamo temere come possano reagire Hezbollah, Russia e Iran. Insomma, da un conflitto drammatico e terribile corriamo il rischio di passare a una deflagrazione addirittura mondiale».
Evocando la possibilità di una guerra “mondiale” il ministro degli Esteri aggiunge un altro elemento di critica assai pesante alle opzioni che Barack Obama sta preparando: «Si parla di attacchi mirati », dice la Bonino, «ma è chiaro che tutti cominciano come attacchi mirati e senza un mandato dell’Onu…». A differenza di quello che accadde con la Serbia nel 1999 dopo i bombardamenti per il Kosovo, per la Bonino le reazioni rischiano di avere conseguenze globali. La titolare della Farnesina insiste nel dire che «anche se sembra più lento, più duro e a volte sembra non riuscire, il percorso della pressione diplomatica e della politica è l’unica soluzione perseguibile: senza un mandato del Consiglio di Sicurezza Onu un intervento rischia di
aggiungere nuove complicazioni e nuove lacerazioni». La Bonino ripete un concetto che ha già espresso più volte: «Quello che è in corso in tutta quella parte del mondo è uno scontro micidiale nell’intera famiglia musulmana e all’interno della famiglia sunnita, quindi ci troviamo di fronte a una complessità che va analizzata. Risultato: siamo di fronte a una vera polveriera, e a volte non è proprio saggio buttare dei fiammiferi in una polveriera».
Il ministro della Difesa Mario Mauro sceglie toni più diplomatici. Anche Mauro è contrario a un attacco americano in Siria, ma sostiene che «il voto del Parlamento inglese ci deve far riflettere, sono sicuro che Obama prenderà in considerazione tutti i fattori, anche quelli che possono portare a evitare il conflitto. Parliamo di un premio Nobel per la Pace, di un uomo che il mondo intero ha indicato come quella autorità governativa mondiale tesa a realizzare la pace nel mondo». L’atteggiamento più diplomatico di Mauro viene registrato all’ambasciata americana a Roma come più «aperto e rispettoso», mentre non ci si spiega perché la Bonino stia alzando così i toni: «Le critiche anche più sincere fatte direttamente sono costruttive, aiutano, ma attaccare pubblicamente e ripetutamente una opzione politica e militare che un alleato sta elaborando non è un atto favorevole. Ci sono molti fronti aperti, ma dovremo occuparci anche di questo».
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