Regioni-Governo: riparte il dialogo sulle politiche sociali
ROMA – Confronto con il governo per gli assessori regionali alle politiche sociali. Spazio alle priorità, partendo dalle emergenze: povertà, disabilità, nuova social card, pari opportunità. In un momento difficile per la politica e, soprattutto, per l’economia del Paese, si sono incontrati l’altro ieri a Roma – la sede, come sempre, quella della regione Liguria – gli assessori regionali (non solo politiche sociali, ma anche gli amministratori con le deleghe alle pari opportunità) per chiedere ascolto al governo. Dall’altra parte del tavolo, di ritorno dai tanti impegni presi alla conferenza nazionale sulle disabilità che si è tenuta a Bologna nelle settimane scorse, la vice-ministro Maria Cecilia Guerra, con delega specifica. Oltre due ore di lavoro per mettere in fila i tanti problemi che interessano alcune tra le fasce più deboli della popolazione: disoccupati, disabili, minori stranieri non accompagnati, famiglie povere in generale.
Poche le risorse, da usare con intelligenza a partire da un dato di fondo condiviso da tutti, e che il governo ha già annunciato di tenere in forte considerazione: la necessità di un livello base di fondi da condividere. “Non esistono impegni predefiniti per quanto riguarda i fondi alle politiche sociali – commenta Lorena Rambaudi, assessore alle politiche sociali della regione Liguria e coordinatrice dei colleghi nella conferenza Stato-Regioni – e questo ci mette ogni anno in enorme difficoltà. Penso al fondo sociale, ai fondi per i non autosufficienti, a quello per i minori non accompagnati, a quello sulle pari opportunità con dentro tutto il grande capitolo della violenza alle donne. L’anno scorso, per i non autosufficienti abbiamo riottenuto 275 milioni di euro, 300 per le politiche sociali, per il prossimo anno nulla è ancora ipotizzabile. Impossibile pensare a programmare il lavoro in queste condizioni”.
Tra le proposte presentate ieri anche quella di riattivare i tanti tavoli di confronto fra governo, enti locali e, come nel caso delle violenze alle donne, anche chiamando in causa l’associazionismo e l’importante lavoro dei Centri antiviolenza. “Serve continuare a valorizzare il rapporto tra i diversi livelli istituzionali ed anche con il terzo settore e l’associazionismo – continua Rambaudi – per dare spazio e coordinarsi con i migliori protagonismi del nostro paese. Obiettivo: evitare in tutti i modi un ulteriore impoverimento di tutte quelle fasce sociali che ancora non sono cadute in povertà… E tutti possono e devono collaborare”.
Ultimo, ma non in ordine di priorità, il capitolo che riguarda l’investimento dei fondi europei 2014-2020: “Gli interventi di inclusione sociale – conclude l’assessore ligure – dovranno essere orientati sicuramente alla formazione ed alle politiche attive del lavoro che non potranno prescindere dagli indispensabili interventi di accompagnamento sociale” (Mauro Sarti)
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