Siria: la guerra low cost di Obama. Stretto dal rischio default studia un attacco da “soli” 140 milioni di dollari
Così i piani del Pentagono che iniziano a circolare per l’attacco a Damasco sono decisamente low cost. Come riporta La Stampa, Christopher Harmer, un ex alto ufficiale dell’Us Navy, che ha pianificato in passato i piani per il medio oriente e che oggi lavora all’Institute for the study of War, ha ipotizzato un attacco in due fasi con appena tre navi e 24 aerei. Secondo Harmer basterebbe colpire le basi della Saf, le Forze aeree di Damasco, in totale 27 obiettivi. Una volta colpite le basi, si passerebbe alla fase 2, ossia colpire i bunker e le rimanenti forze aree. Poi sarebbe sufficiente una fase di “maintenance” con interventi ogni 7-10 giorni. Così congegnata l’operazione siriana avrebbe per Washington un costo di 140 milioni di dollari in munizioni, più le spese di dispiegamento. Insomma, una piccolissima frazione dei 6.000 miliardi di dollari che secondo la Brown University è costata la seconda Guerra del Golfo.
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